. Dialogo dell'imprese militari et amorose . il che diede mate*ria di varia interpretatione\ come acutifsimamente**interpreto vn gentiluomo Francefe, chiamato UMotta AugrUigm,che andò in Roma apprejfo il Pa-pa, quando venne Pacerba nuouxdel Re Chritfit-nifiimofitto Pauia>& ragionandofi della perfidiadi MvrboxejdiJJe a Papa Clemente, Borbone, anchthra che palature fiato traditore del fuo Re, & de Ihpatria jntrita qualche feufa, per hauer detto moltomanti quel, cèrei penfaua di fare, poi cheportauanella fopraueBe il Ceruo con Cali, volendo chiara-piente dire, ihaueua animo di fuggire in Borgo


. Dialogo dell'imprese militari et amorose . il che diede mate*ria di varia interpretatione\ come acutifsimamente**interpreto vn gentiluomo Francefe, chiamato UMotta AugrUigm,che andò in Roma apprejfo il Pa-pa, quando venne Pacerba nuouxdel Re Chritfit-nifiimofitto Pauia>& ragionandofi della perfidiadi MvrboxejdiJJe a Papa Clemente, Borbone, anchthra che palature fiato traditore del fuo Re, & de Ihpatria jntrita qualche feufa, per hauer detto moltomanti quel, cèrei penfaua di fare, poi cheportauanella fopraueBe il Ceruo con Cali, volendo chiara-piente dire, ihaueua animo di fuggire in Borgo-enti al che fare non gli baBauanok gambe,fé nonhauejfe hauuto ancho Foli, ejr perno glifoaggiunto il motto: e v r s y m INTENDIMVSA L I S. Hebbt^ I* JLB IMPRESE. Hebbe ancora queflo medefimo difettò la belli fi-ma imprefalche porto la ìippolita FioramodaMarche fan a di Scalda fole in Pauiajaquale alletà nofhraauanzò di gran lunga ogn*altra donna di bellezza,,leggiadria^ creala amorofa\cheJpejfo portaua vnagra vette di rafodi color celeBegeminata a farfalledi ricamo doro,ma fin^a motto-svolendo dire & auuertire gFamatiyche no fi appreffiffero molto al fiofuoco, accioche-tal hora non interueniffè loro,quel chefempre interuiene alla farfallajiaquale per appreffarfiallardente fiama,da féftejfafi abbrucia , ejr e fendodimandata da M, di Lefcu bellifimo ejr valorofifCaualierejlquale era allhorafeolare,chegli ejponejfequestofignificatoì e mi conuiene {difella ) vfare la medeftmot DI CM. GIOVIO. 17 medefima corte fu con quei gentiluomini, che mivengono avedere,chefoletevfar voi con coloro,che cavalcano in vofira compagnia > -perche foletemettere vn fcnaglio alla coda del vofiro corfiero,che per morbidezza, & fierezza, trahe de cal


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