. Storia dell'Italia antica. Fu vana ogni pubblicae privata preghiera per rendere il padre più mite conessa. Agli intercessori rispondea fieramente imprecandoloro tali mogli e figliuole; e fieramente disse che avrebbevoluto esser padre di Febe liberta di Giulia, e aiutatriceai suoi falli, la quale si dette da sé stessa morte. Si dolse(iella perdita di Agrippa e di Mecenate che in quella oc-casione coi loro fidi, consigli lo avrebbero impedito di () Cumque conscii flagitiortim mirarentur, quo modo similes Agrip-pae filios parerei, quae tam vulgo potesiatem sui corporis faceret,nit: Nunquam enim


. Storia dell'Italia antica. Fu vana ogni pubblicae privata preghiera per rendere il padre più mite conessa. Agli intercessori rispondea fieramente imprecandoloro tali mogli e figliuole; e fieramente disse che avrebbevoluto esser padre di Febe liberta di Giulia, e aiutatriceai suoi falli, la quale si dette da sé stessa morte. Si dolse(iella perdita di Agrippa e di Mecenate che in quella oc-casione coi loro fidi, consigli lo avrebbero impedito di () Cumque conscii flagitiortim mirarentur, quo modo similes Agrip-pae filios parerei, quae tam vulgo potesiatem sui corporis faceret,nit: Nunquam enim nisi navi piena tallo vectorem. Macrobio, Sai., II, 5. 218 GIULIA FIGLIA DAUGUSTO. [LiB. VII. andare troppo oltre nellira. Pure rimanendo fermo neisuoi proposili vietò che la colpevole fosse mai sepoltanel suo Mausoleo, la trattò duramente, e solo dopo cin-que anni a nuove preghiere del popolo permise cheuscendo dallisola stesse con! nata a Reggio sulle estremerive dItalia, ove poi travagliata vieppiù da Tiberio mori. Avanzi della casa detta di Giulia nellisola Pandataria{Albiim di Roma^ 1857, voi. 24, pag. 21). disperata e consunta dalla fame e dal lungo solfrire KIl principe fu più fiero con essa che con le altre donne,perchè nelle sregolatezze della sua casa puniva unazionesacrilega, e un crimenlese, e più che a vendicare lolTesafatta ai buoni costumi intendeva a incutere rispetto perla imperiale maestà 2. » Tacito, Ann.^ I, 53, III, 24, IV, 41, VI, 51 ; Seneca, De Benef., VI, 32; Sveionio, (it,65 e 101, Claud., 2, e Tib.^ 11; Velleio Patcrcolo, II, 100; Plinio, VII, 16, XXI, (3; I:ioi,eCassio, LI, 15, LIV, 26, LV, 10, 13, e LVI, 32; Zonaia, XI, 2; Macrùbio, Sat., U, r,. * Tacito, III, 24; Montesquieu, Esprit des Lois, VII, 13. Gap. I.] TIBERIO A RODI. MORTE DEI CESARI CAIO E LUCIO. 219 In appresso anche laltra Giulia, non dissimile di co-stumi dalla madre, fu per suoi adulteri rilegata nellisoladei Tremiti presso le coste dApulia, ove mc*rì, dopo avereessa pure


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