. Dialogo dell'imprese militari et amorose di Monsignor Giouio, vescouo di Nocera : et del S. Gabriel Symeoni fiorentino : con vn ragionamento di M. Lodouico Domenichi, nel medesimo soggetto : con la tauola . ² lacqua ,6 laltra votafergittarla fuora y nafceua da quei njofivn ?mttG inquefla guifa: los llenos de dolo r^ Y LOS VA2IOSDE difettile inuetione,e quajì vnica vijìa,perche lacqua e la ruota dauano granprefenzadifceltofuggettoachilamirauayér inferma chelfuo dolore erafenzajpe ranza di rimedio. Fu affai bella quella del Signore Antonio da Leua^il quale ef


. Dialogo dell'imprese militari et amorose di Monsignor Giouio, vescouo di Nocera : et del S. Gabriel Symeoni fiorentino : con vn ragionamento di M. Lodouico Domenichi, nel medesimo soggetto : con la tauola . ² lacqua ,6 laltra votafergittarla fuora y nafceua da quei njofivn ?mttG inquefla guifa: los llenos de dolo r^ Y LOS VA2IOSDE difettile inuetione,e quajì vnica vijìa,perche lacqua e la ruota dauano granprefenzadifceltofuggettoachilamirauayér inferma chelfuo dolore erafenzajpe ranza di rimedio. Fu affai bella quella del Signore Antonio da Leua^il quale effendo per la podagra portato in fé dia y feceportare dal Capitano Apunte nelle bande del fuo cor-fiere Capitanale ^quando fu coronato in bologna CarloQuinto Imperatore > e riHituito il Ducato di Milanoa Francefco Sforza,quefio motto, sic v o s non V o B I s.£ iimprefafufenza corpoyilquale fé cifuffefiatOynonfi farebbe potuto dir meglmperche voleuainferire y come per virtù fia s*era acquijtato e con-feruato lo fato di Milano ye poi riffituito al Duca dal-lImperatore yhauendo egli def derato di te-nerlo per fé contro la forza di tut-ta la lega comegli haueua fatto per innanzi, e 2 Jtf LE IMPRESE. E perche/ha dafeguirl^ordine della nobiltà â vidiro Itmfrefe di cjuattro Rà virimi dArogana, e fralaltrequelchevolejfejtgmjìcare il libro af erto, chefuimfrefadelReAlfonfoprimo, d o m. che librofu queflo Monfignoreì g i o. Hebbe queflo Re Al-fonfoferimprefa vn libro apertoy come v ho detto,il-quale non hatiendo anima di motto alcuno, moltireslarono fojpefi e dubbij delfignificato, e perche eglifu Re dincomparabil virtù, sì nel meflierdcltarmiycome nella notiti a delle lettereyC nella prattica del Ci-mi gouernOychi diceua vna cofayC chi ne diceua vnaltraymailptìi de gli h uomini fumarono ehà vole(Jedircyche la liberta fife la più predoficofayche potejjehauerlhmmo ; e perciò ejfo come prudentifimo non DI CM, Giono. 37 j)refe mai moglie-pern


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