Atti della Reale Accademia delle scienze di Torino . Fio:. 1. Fig. 2. Frequentissime invece sono )311j e |312(, con facce moltonette e lucenti: di queste due forme lultima è quella che hafacce dordinario meno estese. Si trovano poi ancora, su diversi dei nostri cristalli, dellefacce \hhl\ in cui l > h, lucenti ma ridottissime, tolti alcunicasi in cui raggiungono una certa estensione, ma hanno po-chissimo splendore. La misura di queste facce sulle adiacentiviene sempre a dare pertanto risultati ben poco attendibili chestimo inutile di riportare. I cristalli misurati sono in numero di dodici,


Atti della Reale Accademia delle scienze di Torino . Fio:. 1. Fig. 2. Frequentissime invece sono )311j e |312(, con facce moltonette e lucenti: di queste due forme lultima è quella che hafacce dordinario meno estese. Si trovano poi ancora, su diversi dei nostri cristalli, dellefacce \hhl\ in cui l > h, lucenti ma ridottissime, tolti alcunicasi in cui raggiungono una certa estensione, ma hanno po-chissimo splendore. La misura di queste facce sulle adiacentiviene sempre a dare pertanto risultati ben poco attendibili chestimo inutile di riportare. I cristalli misurati sono in numero di dodici, terminati, comedel resto tutti gli altri, ad una sola estremità. Dei quattro mi-gliori riporto integralmente i valori ottenuti per i quattro an-goli della base colle quattro facce della |111(, e per i quattroangoli che queste ultime intercettano tra loro, notando che diogni spigolo fu fatta una sola lettura, e che detti valori si pos-sono ritenere tutti dello stesso peso, perchè la perfezione delleimmagini che le facce riflettono è prossimamen


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