Storia dell'Italia antica . Romani sen-tendone la morte, non se ne commossero punto, non ne ebbero né pena,nò gioia, e non fecero dimostrazione né di stima nò di odio. Per moltealtre contradizioni e inverisimiglianze della leggenda, vedi Ihne, The Rome, I, pag. 159, ecc. C) 11 tempio, di cui diamo il prospetto secondo la ricostruzione fattacolie reliquie trovate nel 1831, era al quarto miglio della vìa Latina; efu riedificato sotto limpero da Livia moglie dAugusto, e di nuovo daSettimio Severo ,e da Caracalla e da Giulia Domna. Livio, li, 40; Dionisio,Vili, 5; Valerio Massimo, I, 8, 4;


Storia dell'Italia antica . Romani sen-tendone la morte, non se ne commossero punto, non ne ebbero né pena,nò gioia, e non fecero dimostrazione né di stima nò di odio. Per moltealtre contradizioni e inverisimiglianze della leggenda, vedi Ihne, The Rome, I, pag. 159, ecc. C) 11 tempio, di cui diamo il prospetto secondo la ricostruzione fattacolie reliquie trovate nel 1831, era al quarto miglio della vìa Latina; efu riedificato sotto limpero da Livia moglie dAugusto, e di nuovo daSettimio Severo ,e da Caracalla e da Giulia Domna. Livio, li, 40; Dionisio,Vili, 5; Valerio Massimo, I, 8, 4; Aurelio Vittore, De viris ilhistr., 19;Canina, Gli edifìzi di Roma antica e della sua campagna, voi. V, pa-gina 04, e voi. VI, tav. 75. 1 Dionisio, vili, 62. Gap. IV.] LA. FORTUNA MULIEBRE. 79:: molto tempo. 1 Romani parlano continuamente delle lorovittorie, e delle sconfitte fanno rqra menzione. Nel casodella guerra mossa dai Volsci condotti da Coriolano essinon ardirono negare che i Volsci si fossero stabiliti nel. Tciiiiiio della Fortuna muliebre (Canina) centro del Lazio, e avessero recata Roma a chieder mi-sericordia: ma aveva vinto un patrizio romano, e lonoreera salvo. Quando poi egli scomparve, la vanità nazio-nale si compiaceva a narrare che gli Equi e i Volsci Vannucci — scoria dell Italia antica — I. 100 794 MISERIA E CONTRASTI IN CITTÀ. [Lib. IL furono vinti di nuovo. Ma dai fatti susseguenti vedremoche queste vittorie, se non sono una favola, non ebberoimportanza per tempo lunghissimo. Intanto la cosa certasi è che le lotte non cessano nellinterno di Roma, e chei tribuni, non temendo degli aspri travagli e dei peri-colosi conflitti a cui il loro ufficio li mena, continuanoarditissimi nella loro via per togliere la plebe dalla mi-seria, e condurla alla egualità dei diritti. Per fuggire lamiseria e avere diritti politici faceva mestieri possederela terra, unico fonte della ricchezza e della forza. Perciòi tribuni si studiarono che anclie la plebe aves


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