. Rime de gli Academici occvlti : con le loro imprese et discorsi . e di diligentia, folertia, & conti-nuità di fiudio ^ quando per fé, & quando per altri operando, fiafintile à quel Tlinio,che per eccesfiua cura di fapere fi procac-ciò la Morte. Fedefhche quefìo nobile Jpirito douunque capitanòper determinato configlio, ò per accidente fempre offerua, fcmprcalcuna cofi fcriue, ò dalcuna ragiona , ò difcorre , che à dottrinafi conuienc. Et pur à quefìi tempi per commisfione impofia^li hafatto la Defcrittione di Corno , c^ del Lago fuo , che Lario chia-marono i Latini; & appreffo le Storie fue


. Rime de gli Academici occvlti : con le loro imprese et discorsi . e di diligentia, folertia, & conti-nuità di fiudio ^ quando per fé, & quando per altri operando, fiafintile à quel Tlinio,che per eccesfiua cura di fapere fi procac-ciò la Morte. Fedefhche quefìo nobile Jpirito douunque capitanòper determinato configlio, ò per accidente fempre offerua, fcmprcalcuna cofi fcriue, ò dalcuna ragiona , ò difcorre , che à dottrinafi conuienc. Et pur à quefìi tempi per commisfione impofia^li hafatto la Defcrittione di Corno , c^ del Lago fuo , che Lario chia-marono i Latini; & appreffo le Storie fue uà tejfendo , non tra-lafciando antico uefìigio alcuno di quel felicifiimo Taefe, & 7{ K[obile , che non illumini con la lingua fua. Ter tutte lequali cofe; & per la natura fua amabilifiima fi puòpropriamente dire, che nelCofcuritày c>^ peruerfità della Fortuna (ondegli fichiama 0 se vko ) riluca come quel Tefce Z, v e e r n a , coniafacondia della fua lingua , accompagnato da una ferenitàdanimo purifiimay & Il I M E Era de* miei verdi Anni al mezo à lInuidia audace aftalfeCon mentire nouellejaccufe falfeMia vita alhor dogn innocentia piena. Per abbaffarmi lempia oprò Tua lena;Ma Tempre à le calunnie il verpreualfè.Più in cima in quefti affanni il premio fondo trar non fole altrui la pena. LvcERNA è Pefce,la cui bocca luce La Notte in mezo à quai miglioreImprefa il mio pender forma,& produce? Chi col faucr ne trauagli ha fplendore,Senonfe linnocente? io per tal luceRifplendo3& poi fon pien dofcuro horrore» La bella Donna, à cui fon dato in preda, Hebbe de gli A nni miei quel verde fiore. Chio di lei colgo con le man dAmore; Et pare ancor, chio fogni, & chio nol à piaceri fuoi pcnfando ,veda, Come fen van col dipartir de lhore; De la Morte ,ò del Tempo il rio furore Non fpegne noi,fé quanto vuol ci ano defire à gli altri ingombra il petto: Tengon folo à C v p i d o intenti i


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