Il diario di un viandante (Dal Deserto al Mar Glaciale) . già nota e cara al mio cuore mi ha sorriso. Altravolta, in terre lontane, oltre il mare, avevo veduto alcunchédi simile ; mi pareva di esser giunto ad una soglia remota,alla quale mi soffermavo talvolta nei pomeriggi domenicalie mia madre mi teneva per mano. Ho rivissuto con tale intensità il tempo trascorso daaverne una dolce angoscia, uno smarrimento. Cera poca gente per via : qualche rivenditore di frutta,qualche vecchia seduta su la soglia a guardare. I piìi eranoin piazza, intorno al palco della musica, o sparsi per i caffè,0 lungo


Il diario di un viandante (Dal Deserto al Mar Glaciale) . già nota e cara al mio cuore mi ha sorriso. Altravolta, in terre lontane, oltre il mare, avevo veduto alcunchédi simile ; mi pareva di esser giunto ad una soglia remota,alla quale mi soffermavo talvolta nei pomeriggi domenicalie mia madre mi teneva per mano. Ho rivissuto con tale intensità il tempo trascorso daaverne una dolce angoscia, uno smarrimento. Cera poca gente per via : qualche rivenditore di frutta,qualche vecchia seduta su la soglia a guardare. I piìi eranoin piazza, intorno al palco della musica, o sparsi per i caffè,0 lungo la passeggiata tradizionale: il borgo Cotogni, lavia Emilia, il Ronco. Noi si prendeva le viuzze secondarie, si usciva da PortaSan Pietro su la strada che conduce a Ravenna. Mia madre non parlava, andava col suo rapido passotenendomi per mano ed io a seguirla sgambettando ; ma gliocchi mici erano sempre assorti, ricordo bene, guardavanotrasfigurando. Ero un bimbo silenzioso che si accontentava di un niente,che di un niente faceva la sua felicità.. I! e e. (; I A 177 Il sole dorava le mura degli orti, le antiche mura deimonasteri sopra le nostre teste; noi camminavamo nellombra»Per uscire dalla città si compiva un lungo giro allo scopo dievitare le vie piìi frequentate ; mia madre amava il silenzioe mi educava alla poesia del silenzio. Come ricordo le stradicciuole lungo le quali non si in-contrava nessuno ! Tutte le porte erano chiuse e su le finestreaperte, toltone quello dei garofani e dei gerani, non veraaltro sorriso. Non si udiva una voce ; si udiva il rumore dei nostripassi frettolosi sui ciottoli della strada. Eppure quelle case deserte vivevano nella striscia disole che dorava i tetti e le finestruccie del primo piano ;sorridevano, io ne sentivo lanima e il tepore; mi pare-vano amiche, le riconoscevo per il colore, per la forma,per qualche particolarità, benché si rassomigliassero unpo tutte. Potrei ora, a tanta distanza di tempo, descriverle aduna ad una, s


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