. Dialogo dell'imprese militari et amorose di Monsignor Giouio, vescouo di Nocera : et del S. Gabriel Symeoni fiorentino : con vn ragionamento di M. Lodouico Domenichi, nel medesimo soggetto : con la tauola . del fuo animo ^ e coptegUnonji precipitaua( ccfa hruttifìma invn Prenctpe€ pericolofàper coloro che hanno afarfefo) nelle prime informationiyfecefcolpire in vn rouejcip dvnamedaglia doroyVna Farfalla difopra à vn Gran-chio, quafi dicendo, festina lente, rij^ettoMila tardezza del Granchio , & Mia velocita dellaFarfalla, i quali dne eUremi fanno vn mezzo temperato,neceffarioadogni FrmpchuGn


. Dialogo dell'imprese militari et amorose di Monsignor Giouio, vescouo di Nocera : et del S. Gabriel Symeoni fiorentino : con vn ragionamento di M. Lodouico Domenichi, nel medesimo soggetto : con la tauola . del fuo animo ^ e coptegUnonji precipitaua( ccfa hruttifìma invn Prenctpe€ pericolofàper coloro che hanno afarfefo) nelle prime informationiyfecefcolpire in vn rouejcip dvnamedaglia doroyVna Farfalla difopra à vn Gran-chio, quafi dicendo, festina lente, rij^ettoMila tardezza del Granchio , & Mia velocita dellaFarfalla, i quali dne eUremi fanno vn mezzo temperato,neceffarioadogni FrmpchuGnoche nlofidi-letta di far torto a perfina. Dopo qmfla vso neljuoft^ggcllo vna Sf nga volendofìgnif care ci/egli erahuomo pronto e rifoluto per dar luce a tutte le cofc^dubhiofc & ofcure, la quale imprefa lafciata dipoiche egli leuate tutte le diff eulta dellImperio , vsò[imagine ^Aleffandro Magno ; moHrando tacita-mente , ci) ei non haueua penfieri ne difigni infe-riori à ifuoi circa alla Monarchia, alla quale final-mente peruenuto non vso altra effigie che^la fua,fignifiundo ch^ egli era filo^ni Principe alcuno altrofimi le, 0 maggioredi lui. AVCV ZJ4 Ln JMPRISSE I>ELA V G V S T O*. J>t queJtà medefìma natura fu Tito figliuòlo di VeJpafianOyUqudevolendoàncìfegli manifestare^ in luogo del Granchio e della Farfalla tolfe per im frefa vrfAnchora con ^n Delfino intorno, facendo vnA figura moderata, della velocita di que- fioy e della grauezz^a di quellaltra, nel modo che noi veggia^ wo dinanzi a i libri dAldo. Tiro* S. CjIB. STMEONf. /// TITO*


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