Storia dell'Italia antica . ^ IF, 24. 5 Cicerone, De EepiM.^ II, 9; De Divinai.,, I, 43; 11,35. 752 RELAZIONI TRA ROMA E LA GRECIA. LL:b. IL fanno pensare ai moderni increduli che per aver un uf-ficio 0 un sorriso dai principi si facevano paladini deldiritto divino e dei gesuiti, di cui in altri tempi si eranoburlati nei discorsi e nei libri. Al tempo dei Tarquinii, cui si attribuisce di avereaperto Roma alle cerimonie e alle idee civilizzatrici diEtruria, cominciano anche le relazioni dirette tra Romae la Grecia, e si prepara da lungi la fusione delle reli-gioni romana ed ellenica. Ne sono pr


Storia dell'Italia antica . ^ IF, 24. 5 Cicerone, De EepiM.^ II, 9; De Divinai.,, I, 43; 11,35. 752 RELAZIONI TRA ROMA E LA GRECIA. LL:b. IL fanno pensare ai moderni increduli che per aver un uf-ficio 0 un sorriso dai principi si facevano paladini deldiritto divino e dei gesuiti, di cui in altri tempi si eranoburlati nei discorsi e nei libri. Al tempo dei Tarquinii, cui si attribuisce di avereaperto Roma alle cerimonie e alle idee civilizzatrici diEtruria, cominciano anche le relazioni dirette tra Romae la Grecia, e si prepara da lungi la fusione delle reli-gioni romana ed ellenica. Ne sono prova i libri greci dellaSibilla posti da Tarquinio il Superbo sul Campidogho («),, e lambasciata spedita da lui a consultare loracolo famosodi Delfo. Per via della reli-gione Roma comincia a cono-scere la Grecia, prima che lapolitica, le lettere e le artigliene diano più grandi e piùfrequenti occasioni; prima che nel Fòro romano col nomedei Greci si chiami Grccostasi il luogo destinato agli am-basciatori stranieri (^).. Sibilla. () In una moneta della famiglia Manila si vede nel diritto Timaginedella Sibilla. Nel rovescio è un tripode sormontato da un vaso in mezzoa due stelle colla leggenda: L. Torquat. III. Viu. {Lucius Torquatustriumvir), Cohen, Mcd. Cons., pi. XXVI, Manlio). (*) Dapprima fu unarea^ una specie di tribuna elevata sopra operedi sostruzione. e più tardi divenne un edifìcio magnifico. Sorse a de-istra della Curia, nel lato meridionale del Fòro, per accogliere gli stranieri prima di essere introdotti in Senato. Si disse Grccostasi,-cioè Stazione dei Greci, perchè questi furono i primi ad esservi accoltilamio 422 (Varrone, De Ling. Lat., V, 155; Cicerone, Ad Qmnt>rni fratr/lII, 1; Capitolino, Antonino Pio, 8). Le tre colonne che vi rimangono del-Tedifizio, il quale dopo più incendii fu rifatto bellissimo, sono dei tempiimperiali, e da altri furono attribuite al tempio dei Castori. Coù esse 1diamo la [ùanta deiredifizio, rifatta da Lu


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