. . L Torneo della PrigioniadAMORE in Delo> che for-co gli occhi di V. A. è tanto fplendore su lA-rena, era bene giuftifsimà ra-gione :, chaltronde non afpettafle credito su leCarte, che da lei fteffa. Vn diuotoardire dun-que mi fpingeà dedicarglielo,accioche,riccodi doppia gloria;, pofla comparire nel Teatrodel Mondo. Qucftomio ragioneuole penfierotiene le radici foura la gratitudine eterna :, cheproCclTanoi Sigaorl Academici TORBIDIallhaaòre^tske V. A. Serenifs, fi compiacque di ~ v-3«r di recar alla prima loro Azi


. . L Torneo della PrigioniadAMORE in Delo> che for-co gli occhi di V. A. è tanto fplendore su lA-rena, era bene giuftifsimà ra-gione :, chaltronde non afpettafle credito su leCarte, che da lei fteffa. Vn diuotoardire dun-que mi fpingeà dedicarglielo,accioche,riccodi doppia gloria;, pofla comparire nel Teatrodel Mondo. Qucftomio ragioneuole penfierotiene le radici foura la gratitudine eterna :, cheproCclTanoi Sigaorl Academici TORBIDIallhaaòre^tske V. A. Serenifs, fi compiacque di ~ v-3«r di recar alla prima loro Azione publica. E pe-rò va fperando Tanimo mio ^ che que! granPrENCIPE, il quale non ifdegnò di rimirarla,airhora:, che fi dichiarò per mezo delTArmi:,debba hora aggradirla, che fi manifefl:acon leStampe. Confortato dai titoli giuftifsimi diquefta fperanza , a Lei lo confacro, E fò àV* A. Serenifs. vna profondifsima riuerenza. Di V. A. Serenifs. Vìi Humìlip. i dtmttp, Struìt.^$4cinfo Lodi. \ i^:^^ ìmprefa di confegnar aSe Stampe U reUzjionidtlprefenteTorneOt fé htne offenderà coniom-bre del modo dt dire, roZiZ^Oy e malamentt cul-to, g/t occhi de Lettor ti gli fplendori però d*njnéinjerttà innocente rifaneranno dalla riceuutsoffe fa. Mille accidenti, i quali fi fono oppoftialla defcrizjone di c^uefta Fejln, lhanno re fa vana di Rtle^,mendica dt concetti, e tal volta oZjiofa di parole j non hanMpotuto però imprimer vn neo netta foftanz^a di lei, e nella na»tura della fnuenZjioneì e perche ciafcheduno di chi oprò con tantagté/lo » veda puntualmente effìggiata la propria fatica in carta ^come fu riceuuta con applaufo nelljérena, è fiato forz^a CaUlontanarli da quelle perftz^ionu che da traboccheuole ingegno fo-gliono dertuare . Dunque locchio di chi legge, con affetto cor»te fé, tr ala filando linutile della corteccia, penetri al prez^iofo deimidollo h e fé la fatica dello fcriuere non merita, che Carco delcglio fi folleui per r ammiraz,ione $


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