Sessanta salmi di David : tradotti in rime volgari italiane, secondo la verità del testo hebreo, col cantico di Simeone, e i dieci comandamenti de la Legge : ogni cosa insieme col canto . t%Il Signor turco prefto a darmi aita, AE* con quei che foftengon la mia viti; E^nìd^ra*! nimicagli auiiqrfari^iei^ iiiC fare: f Per la tua verità quefti empi e reiVoglia Si_giìor,drifate. Con pronta vpglia a te facrificà^reIntendo,& alpo nome, almo SignQlJ,CIvc tanto hupno> dar gloria ^bi^iuticfe: Saìuo LXXIIL Cke dogni aflflittioiijehe mopprimcua»iibcro mila renHuto,E ne nimici miei quel e


Sessanta salmi di David : tradotti in rime volgari italiane, secondo la verità del testo hebreo, col cantico di Simeone, e i dieci comandamenti de la Legge : ogni cosa insieme col canto . t%Il Signor turco prefto a darmi aita, AE* con quei che foftengon la mia viti; E^nìd^ra*! nimicagli auiiqrfari^iei^ iiiC fare: f Per la tua verità quefti empi e reiVoglia Si_giìor,drifate. Con pronta vpglia a te facrificà^reIntendo,& alpo nome, almo SignQlJ,CIvc tanto hupno> dar gloria ^bi^iuticfe: Saìuo LXXIIL Cke dogni aflflittioiijehe mopprimcua»iibcro mila renHuto,E ne nimici miei quel eheì voleuaIl mio occhio ha veduto. Salmo LXXIII. Ver confoUre ì fedeli, che fcn gr/uemem tentatidd veder la feliàta temporale degf iniqui, e laf-fiittione de giufti, il Trofeta^ come quello che haprouata infefiejfo la medefima tentatme, mojìra^ii quanto mi firn é infilicela lejito della pro^ferità di queWhe quanto buono eplice lcftto deltmuerftta di quefii. \^ Vanto benigno e pio > Verfo Ifrael^ Tuo popolo diletto, EI Signor noftro^ Dio y A quei che fon di cuor purgato 1 Et io ftolto che poco Quafi man- cò^j che mici piedi iion tOffi/E n p<^ii- gliofa. LXXIII. gi^sf^ gliofo loco Quafi che co miei pafli io $ non rrafcorii. Per chinuidia mi mofTeDel bcnchaiie la ftolta e iniqua gente,Vcdci^do quanta folFeGrande lalor felicità prefente: Perche non fono opprcfliDa mal chapporti lor penofa morte :Anzi fi vede in effili lor valo/e ^ Delle fatiche e (lentiDegli huomini effi van liberi e fcòffi^Ne fon con laltre genti - -_ Dairhumanc tempcfte maipftcoftì * Onde fupèibia vana>Come monile j al lor petto s auuolg^vE rapina inhumanaPur come vefte gli ricopre ^nuch-c Piene foir^ì,che fuoreSon gli occhi lor per la grafiez^a^l^E del lor empio cuoreHanno fariari tutti gli appetiti» Sano sfrenaci* Cjtcnza i 4 « ?>^.<^:^ Salmo LXXIII;icggCj e centra i miglior parole fannoDiniqua violenza, f Parlando Tempre alteramente vanno. Laior


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