. Iconologia . Jmperif virgo» quéi foU mederis Fulneribusi mtUumqHt doces ftntirt dtlortm. Et Plinio. ijtbartm in vifloria nerm femit • VITTORIA. NilU Medaglia di Severo» DOnnai che (iede fopca di vno Scudo» 6ttiene vn*e]nio[inniano>chc debbecffcfquello del Vincitore. V 1 T T ORIA. Nella Medaglia di Lhcìo verù.Vomo con vneimo in teda, che poetacon ladedca vn hafta>& con la finisca H vn trofeo in fpalU con le fpoglie iQ (egnodlVictoria. VITTORIA, C$me rapprefemata nella Medàglia,diP^ifpefian9% VNAdonna aiata*in piedi che fctiue ttk*tro ad vno feudo» che ftà appre(fo ad v«na palma con lett


. Iconologia . Jmperif virgo» quéi foU mederis Fulneribusi mtUumqHt doces ftntirt dtlortm. Et Plinio. ijtbartm in vifloria nerm femit • VITTORIA. NilU Medaglia di Severo» DOnnai che (iede fopca di vno Scudo» 6ttiene vn*e]nio[inniano>chc debbecffcfquello del Vincitore. V 1 T T ORIA. Nella Medaglia di Lhcìo verù.Vomo con vneimo in teda, che poetacon ladedca vn hafta>& con la finisca H vn trofeo in fpalU con le fpoglie iQ (egnodlVictoria. VITTORIA, C$me rapprefemata nella Medàglia,diP^ifpefian9% VNAdonna aiata*in piedi che fctiue ttk*tro ad vno feudo» che ftà appre(fo ad v«na palma con lettere» che dicono IVDEACAPTA. Medt^Uadi Domitiano l VNA donna alata)che tiene va piede Co^pra vnelmo) & fcriueeptroadvno fcu*do appelb ad vnarbore» & dallaltra parte dei-tatbore ornato dVn trofeo «vi è vaa donna Te-;dentC) che ha vna mano Cotto ^e guancie»me«;iiain vifta. Cucila Medaglia fa battuta in bonore diDoraitiano* quando pigliò la Germania. V N I O N E I L DONNA dilieroafpetro* tenganella mano dritta vn ramo do-liuaiinuolto con ramo ài mirto» nellamano fìniftra renga vn pefce detteScaro. Lvnione è tatrice della Città^attcfo*che fecondo dellaCittà di Lacittànonè al-tro, che vna moltitudine d*buoroir>iconcordemente vnita: dato che queflsmoltitudine dhuomini fi difunirca»nc-fce dalla diulHone leilerminio delleCittà : di quanta forza fìa rvnione lodiraof^ra Scilaro Re de gli Scithi, ilqua-le ftando vicino a morte fi fece venireintorno ottanta iìgli> che haueua,& aciafcuno fece prouare fé potcuano>rorapere vn fafcctto di verghete niunopuotè» Eglifolo moribondo ad vna^ad vnale rompe» auuercendoli con ral mezo«che vniti tnfieme fariano ftati potenti;d)funiti>deboli>c feoza forze. Doceneeos» (dice Plutarco ne gli Apoftemmi.^JunBof quidem inter fevires habitnro^;fin verodifiungerentMr»&dtfeordip- ap*tarentur infirmos fore Qucftocvnfilio di Libro Terzo • óSs éì Soliate


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