. . u— DEL S. SFORZA PALLAVICINO. COme cha lIdra un collo fi recida,Vi nafèon tanti in uece di quelluno ;Cheflèr non puote, che giamai lancida,Opri, quanto fiuoglia ingegno alcunoTal la uirtù, chin cor alto sannida,Non teme uolto minacciofo e brunoDi nemica fortuna, o aflàlto darmi :Ma uia è più falda, che le incudi e i marmi. 34 ìK DB


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