Gli ingiusti sdegniComedia . fCau Tal purgatorio merhafjero i miei peccati ^non è fi bello, ne fi intero un nuouo ) d*9ro j tifato allhora delle mani del maflro ,emanto e bella. ,fana la figliuola di M. Ho io cofi detto per leuargliela dal*Vanimoy e per far chella fta di AI, Vane tio, pere andate a riferirgli quefio fatto , editegli ch*â¬gli fila di buona ttoglia , chioCon per fare ogni cofa, accioche latiarìtiadi Vandolfo non fi conginnga con la. Uberalità di M. Tiberio , e che TÃìcodora fia fuaj^ofa ; «01 tacete la bugia chio fio dettaiaadatein cafa^e fidateui di me , che


Gli ingiusti sdegniComedia . fCau Tal purgatorio merhafjero i miei peccati ^non è fi bello, ne fi intero un nuouo ) d*9ro j tifato allhora delle mani del maflro ,emanto e bella. ,fana la figliuola di M. Ho io cofi detto per leuargliela dal*Vanimoy e per far chella fta di AI, Vane tio, pere andate a riferirgli quefio fatto , editegli ch*â¬gli fila di buona ttoglia , chioCon per fare ogni cofa, accioche latiarìtiadi Vandolfo non fi conginnga con la. Uberalità di M. Tiberio , e che TÃìcodora fia fuaj^ofa ; «01 tacete la bugia chio fio dettaiaadatein cafa^e fidateui di me , che farò £Ã»nalente che Carh magno* SCENA Q^V ART A . Carloj Awelia cortigiana, Gianottafua ferua. â¬ar« i fc»*Sal!^.!!!Ã^Ãl H I non può ejfer lee-ne quando t*uole, sfar\ifideffir uolpe qté può, poi che non fidifdtce di fèruirfi dellingegno, dotte o nonfono le foT%ey(> non u^gitone , 0 non hanno tlfuù luogo ⢠FccidetVandolfo non uoglio affettar che lo fcanniVmtiriM wnfo^o^ miglior uié n»nix%». Ar r 0 m per ttUontanarlo da quefiopdrentad» ,ehe con cfualcht bugia ( come ho fatto Jmetteredifcordìa tra luì, elfiglimi». Otcco lamica di Flattio molto affanfrata^l^i»veglia,-^ cheia n$» habbia udito qualcherumore del/a jìm falfa- catturalo di Scemo,piacemi ajjai che non mi conofca , um fer»marmi qtà perfcntirla, jfur. Sarà pur aero che Vlattìo pigK moglie? pdfti che mi habBia ben fatisfattofìamane 11eheglipa uenutoal Topolo ycome parevache ttolefje dire hierjera quel fu» feruo fciocâ¬Q f ahimè egli e del tutto /cordato di me,Patirò io mai fi gran torto, che cofi mha^bandoni i farà egli tanto ingrato y e crtt*dele j che più non mi uoglia uedere f fin*ejueflelepromejje, che ( come tufti) mifaceua , di uoler più toflo ognaltro permimico y che non hamr me per amica f tufai ben Cianotta, comUo thofempre efor-tatoad ubidire al padre^a non lafì:iar lh»ve delio fiudio ,


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