. Opere del conte Algarotti . rincipes Grcecice es-se vuhis , castris utendum , non palcpstra :così diceva e faceva Epaminonda ; cosi pra-ticò dipoi il suo gran discepolo FUippo , ilquale , non ostante i fulmini contro a luivibrati dalla eloquenza di Demostene , ilpiù grande nemico che si avesse giammai,simpadronì in pochi anni di tutta la Gre-cia , e già come capitano generale di essaera per traghettare in Asia al conquisto del-la Persia . Ma ruppe nel mezzo un tal dise-gno la molle , il quale fu poi colorito dalsuo fìirliuolo Alessandro, che del suo nomee della sua gloria il mondo riempiè. E


. Opere del conte Algarotti . rincipes Grcecice es-se vuhis , castris utendum , non palcpstra :così diceva e faceva Epaminonda ; cosi pra-ticò dipoi il suo gran discepolo FUippo , ilquale , non ostante i fulmini contro a luivibrati dalla eloquenza di Demostene , ilpiù grande nemico che si avesse giammai,simpadronì in pochi anni di tutta la Gre-cia , e già come capitano generale di essaera per traghettare in Asia al conquisto del-la Persia . Ma ruppe nel mezzo un tal dise-gno la molle , il quale fu poi colorito dalsuo fìirliuolo Alessandro, che del suo nomee della sua gloria il mondo riempiè. Ella, signor Conte, che aspira a un piùgrande principato ancora , che quello nonè della Grecia , ad essere cioè signore disé medesimo, ha avvisato ; benché nel fio-re Militari. ^83 re della età , di rinunziare alle pubblichefaccende ; e datosi in braccio alla filosofiaama meglio di vivere cosuoi amici, cosuoilibri, e con sé medesimo sotto i bei per-golati della magnifica e deliziosa sua villadi Valdosta, ^ \ )•. ini- F. Ucvi/.i -re . a84 Discorsi DISCORSO IX, Sopra Carlo XII. AL SIGNOR D. GIUSEPPE PEGIS. v^oME a persona, che ha lungo tempo di-morato nel norte, ella fa capo a me, per-chè le sieno schiariti alcuni dubbj, chellaha sopra Carlo XII. Io farò di soddisfareil meglio che per me si potrà alle sue do-mande intorno a un principe, che fu perun tempo quasi la stella polare della mi-lizia , e ne sarà per tutti i secoli la piùrisplendente meteora. Stia sicuro almeno,che non le scriverò se non quello, che avròudito dalla bocca di coloro, che hanno ve-duto , si può dire , le cose coproprj loroocchi. E incominciando dalla visita eh e feceiin Dresda al capital suo nemico il re Au-gusto , non ne abbia dubbio veruno, per quanto Militari. 285 quanto strana possa parere la cosa . Car-lo XII. non era già un uomo fatto sullacomune stampa. Poteva dire in certa ma-niera col padre Arduino: e che? mi leve-rei io ogni mattina due ore innanzi dì perpensar


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