Avventure del conte Flaminio NNmilanese dal medesimo scritte, e date alla luce soltanto a nostri giorni pel pubblico divertiemo .. . fermò»Della fua guarigione avuta da Medici buona fperànzaattendeva di giorno-hi giorno rivederlo fuori del letto2ma dopo una lunga, e penofa malattia ha dovuta mife-tamente morire , e queffo fi fu il motivo per cui tardòdì rifpondermìV Ciò creduto pef vero, per eftitìjo pianfiT amatiffimo fedele fervo, corifervandone poi fempre Pamara memoria. Coti piena fcddi sfatene di tutti, ognidovere adempito,• rifolvemmo di fare ritorno a Milano,giacche la Conteffa dimoflra


Avventure del conte Flaminio NNmilanese dal medesimo scritte, e date alla luce soltanto a nostri giorni pel pubblico divertiemo .. . fermò»Della fua guarigione avuta da Medici buona fperànzaattendeva di giorno-hi giorno rivederlo fuori del letto2ma dopo una lunga, e penofa malattia ha dovuta mife-tamente morire , e queffo fi fu il motivo per cui tardòdì rifpondermìV Ciò creduto pef vero, per eftitìjo pianfiT amatiffimo fedele fervo, corifervandone poi fempre Pamara memoria. Coti piena fcddi sfatene di tutti, ognidovere adempito,• rifolvemmo di fare ritorno a Milano,giacche la Conteffa dimoflrava inclinazione di rivederci.,PeV verità la moglìr mia ncn eiafi perfuafaj fapender quail-» ia8quanto aveva per Io paflato (offerto dalla medefima ;Con tutto ciò da me animata, ed infaftidita di andareerrando, di buon animo fi fottomife a miei defiderj .Alcuni pochi giorni dopo dato avendo un addio allagran Regina del mare, pattammo con tutta celerità aPiacenza. Nella Città entrati, un amico ci vide, enella fua cafa ci obbligò prendere alloggio nulla valen-domi T allegare le più forti ragioni per C A- I2p CAPITOLO XVII. C// viene per viaggio rapita la Moglie. Giunto in Cit-tì fu pò fio tn Camello. Sua librazione da quellopuff andò di poi alla [olitudine. Incentro di Onorio 5€ [uà partenza dalP eremo. MAggiore ha dovuto effere la permanenza noftracolf amico, da cui non potendoli a talento par-tire per non comparire incivili, ed ingrati9 e peròfum*nio obbligati a godere la di lui compagnia, dopo abbia-mo prefe le polle, e di animo allegro partimmo. Diecimiglia al più difranti da Milano, efìendo una brigatadi uomini in mezzo ci tolfero, e due de più arditi alcocchio approilimatifi ci intimarono a non moverci .Uno de5 due prefa allora per mano la mia Conforte ,che tra le braccia avea il tenero pargoletto, la obbligòa fcendere, dando ordine al mio Padiglione di profe-guire i] cammino. Nel vedermi a viva forza dal fenoivelta la diletta Confo


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