. Dialogo dell'imprese militari et amorose di monsignor Giovio, vescouo di Nocera : con vn ragionamento di messer Lodouico Domenichi nel medesimo soggetto ; con la tavola . ua doluto dire il Buoninfegni^ e di quel chefua Santità dije-gnaffe dtfprimere ; il che/ìdeuefuggir e in ognitmfrefa, comèfato detto di peggio fu ehe^édoilmottofritto in vn hre-uè diuifoperfillahei m quattro parole, cioè ; C A N D o R i L-L E s V s, V» J^. Simone Schiauone Cappellano difua Santità,che non haueua tante lettereyche potejfero fruire per yfo di cafafuor della meffa, tutto ammirattuo mi domandi quel che
. Dialogo dell'imprese militari et amorose di monsignor Giovio, vescouo di Nocera : con vn ragionamento di messer Lodouico Domenichi nel medesimo soggetto ; con la tavola . ua doluto dire il Buoninfegni^ e di quel chefua Santità dije-gnaffe dtfprimere ; il che/ìdeuefuggir e in ognitmfrefa, comèfato detto di peggio fu ehe^édoilmottofritto in vn hre-uè diuifoperfillahei m quattro parole, cioè ; C A N D o R i L-L E s V s, V» J^. Simone Schiauone Cappellano difua Santità,che non haueua tante lettereyche potejfero fruire per yfo di cafafuor della meffa, tutto ammirattuo mi domandi quel che Voleffefgnificare il fapa in quel hrieue-^ perche non yedeua che glifujfe à propofto quello ^llefuS.;no dolendo dir altro,eh e quelpor^co ■JicendoJj>effo,ille ^uol dir pur quello^efus yuol pur dir porco,co^ne ho imparato àfcuola k andò in gran rifa,epa/io fìnkfua Santità,e diede auuertimento à glialtri, chenon dehhano fj^ezsiar le parole per lettere,per noncau»farefmili errori danfibologia appreffo deGoffi, i qualiprefumono dhauere lalor parte di fapere, come fidice fin al finoc-chio. Quella a *,s -Ti % .-.,-, DI MONS. GIOVIO: 47. Quella anch or<t che figuro ti J^olza à Ippolito Cardinal deJ^ediciihenchefufife beUtf^tmadi viBae di figgetro^hehhe man-camento : perche non fìi compitamente ìntefit .fenon dà dotti efrattichi, ericordeuoLi del Tàema d^Horatio. percioche adendoegliij^rimerescheT)onna (jinhadi (jonzagarij^lendeua di hel-lèz^a fopra ogn altra, cerne lajìella di JJenere chiamata vol-garmente la Xfiana, e ha t raggi per codaafimilitudtne di Co-meta, e riluce fi a ìaltre fielle\ lepofie il motto, che diceua, i N- TER OMNES. perche Horatio dice,Mtcat inter omneslulium fiditi. Maquefta imprefa haueuafiorma di Cometa, e cosigli prenuntio eghapporto la morte-^perchefini la fitta ^ita affili toBo in vn Ca-mello di (quella ymca,&* E ce clientifiima Signora^chiamato Itri,con dolore e danno dittata la corte Emana, <f/ ^H^e^ic^)fi
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