. Dialogo dell'imprese militari et amorose di Monsignor Giouio, vescouo di Nocera : et del S. Gabriel Symeoni fiorentino : con vn ragionamento di M. Lodouico Domenichi, nel medesimo soggetto : con la tauola . quel mirabile (jrfupendo artificio delle mine ,neU thiHorie DI lm. Giono. S7 phiHorie miCy che vi faranno immonde ^in quelluogo doue miracolofamentefacefie volare feriariail CafteldeWVouo a Napcliynon vorrei,che vi farti-fie da quefio y come da co fa, che vha portato eflremèhmoreyepctdiarrevutationcOndegli ciò confeffan-doeffer vero giorno a dirmn Guardate voi yfe in effotrouaBe alcun-pro


. Dialogo dell'imprese militari et amorose di Monsignor Giouio, vescouo di Nocera : et del S. Gabriel Symeoni fiorentino : con vn ragionamento di M. Lodouico Domenichi, nel medesimo soggetto : con la tauola . quel mirabile (jrfupendo artificio delle mine ,neU thiHorie DI lm. Giono. S7 phiHorie miCy che vi faranno immonde ^in quelluogo doue miracolofamentefacefie volare feriariail CafteldeWVouo a Napcliynon vorrei,che vi farti-fie da quefio y come da co fa, che vha portato eflremèhmoreyepctdiarrevutationcOndegli ciò confeffan-doeffer vero giorno a dirmn Guardate voi yfe in effotrouaBe alcun-prof oftOjchio ne faro contento,Io per-che alcunifcrmonoiche lofhuzzo non coua lefue ve-na fededoui fopra comeglialtri vccelli, ma guardan-dogli colaggi effcacifimi del lume degliocchij,figu-rai loflruz,7^mafchio e lafemina^che mirauand fjfamente Ivoua loro)Vfcedo lor da gliocchij y^ggifif^Ale dette voua\el motto era quello > diversa abALiis viRTVTK vALEMvs; EJprìmendola fila vnica laude e peritia dellinuentione di queimachinamentifotterraneiyche con la violenza,del fuoco fino agguagliati alleffetto del-le furie dffaiffimo Pimprefa al ContePietro,&accettolta. s^ LE IM P RE S B. X> o M. Certamente voBriJhuzziconlalorproprietà mipare^c h^l?htdHferuito a perinello mquejìe tr^ diuerjìfime tmpreftxC rio so certo:fé potretenn^ltorare in queltdtre, che vi refiam a dire sfatte^avoi^efarà, che con-terete fatte daltri belli i o. Io non fon starrogate,che to prefuma ne in queHo,ne in altro di bene da potere ;tre\ma ni anche agguagliareVìnuentioni deglialtri inqxgni, come fu quella, cheJf orto già il gran Marche fé di Ve far a la prima vol-ta , chegli andò Capitan generale di tutti i cauallileggieri ,laquai fu/ ben veduta ddnimici nel fattoporrne di Rauch na,nel quale effo March e fé per difen4erla bandiera fua,fu grauemtteferito,e poi,trouatofia morti,fatto prigione da Franceji. dom. Dit4 Mon


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