. Iconologia del cavaliere Cesare Ripa, perugino . he è tantochiaro per efperienza, che per non difacerbar le piaghe della noitra mife-ria, non occorre farci lungo difeorfo . Il cerchio è fegno , che il tempo fempre gira, nò ha per fua na-tura principio, né fine, ma è principio, e fine di fé folo alle cofe terre-ne, ed agli elementi, che fono sferici. La ruina, e la bocca aperta, e i denti di ferro , moftrano , che iltempo fìrugge, guaita , confuma, e manda per terra tutte le cofe fenzafpefa, e fenza fatica . Tempo. DOmo vecchio, alato,col piede deliro fopra di una ruota, e colle bi-lance , ov


. Iconologia del cavaliere Cesare Ripa, perugino . he è tantochiaro per efperienza, che per non difacerbar le piaghe della noitra mife-ria, non occorre farci lungo difeorfo . Il cerchio è fegno , che il tempo fempre gira, nò ha per fua na-tura principio, né fine, ma è principio, e fine di fé folo alle cofe terre-ne, ed agli elementi, che fono sferici. La ruina, e la bocca aperta, e i denti di ferro , moftrano , che iltempo fìrugge, guaita , confuma, e manda per terra tutte le cofe fenzafpefa, e fenza fatica . Tempo. DOmo vecchio, alato,col piede deliro fopra di una ruota, e colle bi-lance , ovvero col pefo geometrico in mano .Il pie deliro fopra alla ruota , la quale colla fua circonferenza non_atocca, fé non io un punto , che non ilta mai fermo, ci fa comprendere,che il tempo non ha le non il preterito, ed il futuro , eflendo il prefenteun momento indivifibile . Le bilance , ovvero pefo geometrico dimoftrano, che il tempo è quel-lo, che agguaglia, ed aggiulta tutte le cofe . TENA- TOMO QV IN ro, TENACITÀ. Dell» Steflo* 271. UNa Vecchia, che di ogni intorno fia circondata di ellera » e de* rara!della medefiou pianta ne tenga in ambe le mani .E attribuita di tal maniera il nome della Tenacità ali* ellera » comelignificato di legare > e di abbracciare > che già apprefio i Romani alSacerdote di Giove non loia era trillo augurio toccarla » ma anche il no-minarla * acciocché indi non apparile legato in alcun modo » né in fatti»e ne pur col penfiero j e per quella cagione non gli era pur lecito di por-tarne un anello, volendo * che a* Sacerdoti fodero tutte le cofe libere ;onde appretto Virgilio fi legge» che volendo far fàgrificio Didone* levòvia £ legami de piedi • e H difcinfe d ogni intorno la velie , €M£ 4KJ- *M* TEN- 27* I C 0 N 0 LO GIÀ T E N T A Z IONE. Lillo Stejfo . DOnna, la quale colla delira mano tiene un vafo di fuoco, e colla fi-nidra tenendo un battone lo ituzzica * e maneggia ; perchè tentare ,non è altro, che fomenta


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