Le chroniche di Giovanni Sercambi, Lucchese . peradore, fu il dicto marchezeallogiato in nel palagio di sa Michele, et quine dimorò tantoquanto steo in Luccha. E mentre che tale marcheze in Lucchaera, acadde che i Pisani voleano dal comune di Lucha et da 5ciptadini fiorini quatro milia d oro, per dare allo mperadore; eraunato il comsiglio generale in nel palagio e non potendosivincere per partito, li Pisani levònno romore, in nel quale ro-more molti ciptadini di Luccha funno feriti. Et se non fussela gente del dicto marcheze molti di Luccha serenno stati morti; ioma quelli difeseno il palagio;
Le chroniche di Giovanni Sercambi, Lucchese . peradore, fu il dicto marchezeallogiato in nel palagio di sa Michele, et quine dimorò tantoquanto steo in Luccha. E mentre che tale marcheze in Lucchaera, acadde che i Pisani voleano dal comune di Lucha et da 5ciptadini fiorini quatro milia d oro, per dare allo mperadore; eraunato il comsiglio generale in nel palagio e non potendosivincere per partito, li Pisani levònno romore, in nel quale ro-more molti ciptadini di Luccha funno feriti. Et se non fussela gente del dicto marcheze molti di Luccha serenno stati morti; ioma quelli difeseno il palagio; et questo fu di notte a du altro di Alderie^o Interminelli essendo in Luccha, et saoutola cagione di tal romore, volse prestare et prestò al comune di DI GIOVANNI SERCAMBI i>3 Luccha li soprascripti fiorini quatromilia; e di ciò da tucta la15 comunità di Luccha fu molto lodato, et tali denari li funno ames-si in nella massa del sale & quelli a suo tempo riebbe. CLXXXV. Chome lo mperadore cfiaminò verso la ciptà DI L5 anno soprascripto del mese d ottobre a dì .n. lo mperado-re con gran parte della sua gente cavalcò per andare aRoma a vizitare il santo padre papa Urbano quinto, et con luitractare la libertà di Luccha; et cavalcò verso Siena, et quine vi5 fu mal ricevuto; non di meno lo suo camino si distese a Ro-ma, et ritornò a Luccha del mese di ferraio, cioè a dì . .MCCCLXViiiT. Et perchè non si taccia quello che seguìo inLuccha in nella sua andata, dico che essendosi partito lo mpe-radore et rimaso la imperadricie in castello col patriarca e al-io quanti baroni, e in Luccha al governo erano rimasi i raspantidi Pisa, i quali vedendo di gente Luccha dinudare, mandònnomolti ciptadini a Saminiato et in Valdarno, affine che fusseromorti. E in quella andata morìo Bartholomeo Guarnieri, il qualedi lui né di suo corpo alcuna cosa si sentìo ; e tanto steron fuo-15 ri fine che lo mperadore ritornò; il quale tornando, ritornònnocon lui. I
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