Opere del conte Algarotti . non cagionedel fosforo : bella esperienza, con che àaìYarte fu posta la natura alla colla, comedice Bacone, per far si chella adunque; che la luce del sole, cheeccita i fosfori, ella stessa gli mortifica edanche gli spegne. Battendo lungamente suicorpi, fa dal seno di essi svaporare del tut-to quella luce, di cui ognuno è miniera,qual pili ricca e qual meno. E svaporataeh ella sia, non rimane quasi altro che uncapo morto: e non maraviglia, se lartedell uomo, e sia un Beccari, non trovail modo di risuscitare il fosforo : come sva-porate che sieno dal le


Opere del conte Algarotti . non cagionedel fosforo : bella esperienza, con che àaìYarte fu posta la natura alla colla, comedice Bacone, per far si chella adunque; che la luce del sole, cheeccita i fosfori, ella stessa gli mortifica edanche gli spegne. Battendo lungamente suicorpi, fa dal seno di essi svaporare del tut-to quella luce, di cui ognuno è miniera,qual pili ricca e qual meno. E svaporataeh ella sia, non rimane quasi altro che uncapo morto: e non maraviglia, se lartedell uomo, e sia un Beccari, non trovail modo di risuscitare il fosforo : come sva-porate che sieno dal legno le parti sulfu-ree , non è pili atta la cenere di esso le-gno a prender fiamma. Grossolana èlope-. ra- V A R i ÌE i S^9 razione del fuoco ^ dilicatissima quella delsole ; ma non si manifesta meno per gli ef-fetti . Quello che io debba pensare di talespiegazione mei direte voi , da cui essaderiva. ? . Maestro, i tuoi ragionamenti Mi san sì certi, e prendon sì mia fede, Che gli altri mi sarien carboni j4lcTaroaiis viv F. Nevelk re. Y 2 54o Lettere ALLA NOBIL DONNA N. N. Bologna 2,3. agosto ljSj. X Grandi ingegni generalizzano j i gran po-litici parlano per massime, e riducono ognicosa a formole i geometri primi : le classiinferiori particolarizzano, ed uno od altrovalore vanno qua e là sostituendo alle in-determinate delle superiori. Sopra di noivoi volate come aquila, a cui sono egual-mente facili le vie tutte delletere e delcielo. Piacciavi dalla vostra altezza mirarquesto picciol saggio, che voffre chi si ètante volte riscaldato al vivo lume del vo-stro ingegno, e chi può dire col vostro Ora-aio : qiiod placeo, si placco, cuum esc. Varie. 34i AL SIGNOR FRANCESCO M. ZANOTTI A BOLOGNA. Coda/Itone 5o, agosto ly^y. -l^ A due giorni in qua io mi trovo inquesta villa di Cadantone _, dove vorrei po-terci stare dei mesi. Voi saj)ete quanto ioami a veder muovere, e udir parlare quel-le macchinette, che sono state esaltate incosì bei versi latini dallAddisono :


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