. Poesie di Ossian, figlio di Fingal, antico poeta Celtico, . ¹ saccollavano, fimili AI ( C L I X ) ÃI niello Tuono di querula auretta Quando fofpira fu la grotta erbefa. 330 Venne , trovò 1 Eroe . Più non sintefeLa di lei voce : gira muta il guardo,Pallida errando come arai di LunaUn* acquofa colonna erra fui furo i fuoi dì, lagrimofa, egra 335Sabbafsò nella tomba. Afuoi CantoriFingallo impofe dinnalzare il cantoSulla morte di Lorma, e lei di Morven J3Pianfer le figlie in ciafeun anno un giornoQuando riedon dAutunno i venti ofeuri. 340 Figlio deftrnnia terra, e tu foggiorniNel


. Poesie di Ossian, figlio di Fingal, antico poeta Celtico, . ¹ saccollavano, fimili AI ( C L I X ) ÃI niello Tuono di querula auretta Quando fofpira fu la grotta erbefa. 330 Venne , trovò 1 Eroe . Più non sintefeLa di lei voce : gira muta il guardo,Pallida errando come arai di LunaUn* acquofa colonna erra fui furo i fuoi dì, lagrimofa, egra 335Sabbafsò nella tomba. Afuoi CantoriFingallo impofe dinnalzare il cantoSulla morte di Lorma, e lei di Morven J3Pianfer le figlie in ciafeun anno un giornoQuando riedon dAutunno i venti ofeuri. 340 Figlio deftrnnia terra, e tu foggiorniNel campo della fama. Or via, difciogliTu pure il canto tuo, le lodi inalzaDegli fpenti guerrieri, onde al tuo cantoVolino intorno a te lombre feftofe ; 345 E lo fpirito amabile di LormaSopra un vago Lunar tremulo raggio Scen- « Il Poeta fi rivolge di nuovo al CulcUo . * (CLX) Scenda ne dolci tuoi cheti ripofiQuando nell antro tuo guarda la Luna .Allor tu la vedrai vezzofa e cara 350 Venirne a te, fé non che in fu la guanciaStalle tuttor la lagrima OS. (C1XI) OSSERVAZIONI, i. QArebbe fiata ad un tempo femma ventura per Of-â¢3 fiaa, e vantaggio non indifferente per la Poefia,chegli il quale conofceva la fantità deCuldei, avelieaperti gli occhi alla luce del CrifHanefimo. Non vècofa chabbia maggior influenza nella poefia della re-ligione ; ed egli farebbe un punto molto intercffanteed inftruttivo dellarte Poetica di efaminare quali van-taggi e quali pregiudizi debbano riluttar a divertita delle religioni. Benché tutte le fette delPaganefimo foffero lontane dalla verità , tutte però nonerano lontane ugualmente dalla convenevolezza e dal-la ragione. Secondo che quelle più o meno vi sacco-davano, il mirabile della Poefia dovea riufcirne pro-porzionatamente o convenevole o affurdo, non effendoquello cofiituito fé non fé dallinfluenza delle divinità principali o iubalterne nelle cofe umane. Laffurdità della religione dei G


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