. Le imagini dei degli antichi . 9de loro più moleftia alcuna ; ma flètte nel tempie a riceuereil jc& iucniìcio, fin che ne fu cacciato da Eutimo huomo di G g g z molto 411 Imaglni de 1 l>el • mmttl valore, i!qt:r!lecjpicaco quiul nel tempo apunto , cheil miferabile facrin h fidoueua fare, Se intclànela cagione ,fu molTo a pierà della miferia di .quel popolo,ma più della bel-la giouane de-Iti naca al crudele (acrificio , per la quale fi fentiCubito acfcefo di ardenti/lìmo ,ck free perciòcefTare rur-(0! di i-he {degnata quella befha crudele gli venne conerà cor»g^anduTtm


. Le imagini dei degli antichi . 9de loro più moleftia alcuna ; ma flètte nel tempie a riceuereil jc& iucniìcio, fin che ne fu cacciato da Eutimo huomo di G g g z molto 411 Imaglni de 1 l>el • mmttl valore, i!qt:r!lecjpicaco quiul nel tempo apunto , cheil miferabile facrin h fidoueua fare, Se intclànela cagione ,fu molTo a pierà della miferia di .quel popolo,ma più della bel-la giouane de-Iti naca al crudele (acrificio , per la quale fi fentiCubito acfcefo di ardenti/lìmo ,ck free perciòcefTare rur-(0! di i-he {degnata quella befha crudele gli venne conerà cor»g^anduTtmo furore t ma cosi bene la foftenne Eutimo , cheidopò lhauere combattuto buon pezzo infieme, ne reftò vin-citore , & la cacciò tanto * che la fpinfe ad andarli aSommergere in mare * & liberò quel popoloda cosi grande calamità : il quale per-ciò gli diede la liberata gio-itene per moglie, eh*egli non vollehauernealtropremio». Se con grandiflìma fella>. Seallegrezza £eec celebrare leliete FORTTHA t)e gli 413 £ FORTVNA QueHa è colei, che tanto è posla in crocce , Tur da color , che le deurian dar lode, Dante* Dandole biafmo a torto, e mala vocila. Così dice Dante della Fortuna , da chehp voluto cornin-iare,douendo già proporre la Tua imagine, concio/la che à co-ei danno i mortali colpa di tutto quello, che intrauiene fuorieiloropcnfamento, recandoli a malefpelTo quello,che più to-ograr» benedourebbono giudicare. E par,che voghono,cheacquiftojla perdita de gli honori,& delle ricchezze venghi dal- Fortuna , &c il nuolgimento di tutte le cofe mondane. On-: il Petrarca nella Canzone, Tetrarca» Tacer non poffo , e temo, &c.,che ella così gli dice di se ftelfa: io fon d* altro poter , che tu non credi,E so far lieti, e tritìi in vn momento ;Tiù leggera che vento :£ reggo, e voluo quanto al mondo vedi. Et quindi nafcono gli infiniti biafmi, eh ella di se ode poiItto il dì j percioche pare , che quelle cofe , le quali dimandia-te ben


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