. La chiesa e il convento di S. Michele in Bosco. o ritenuti indispensa-bili quanto gli altari e il pulpito. Mentre gli artisti del primorinascimento, ancora titubanti in questo ramo speciale, si ten-nero spesso legati alla tradizione medioevale, gli intarsiatori delcinquecento preferirono ottenere effetti pittorici e portaronoal colmo la ricchezza delle decorazioni in legno. Anche la chiesa dei frati Olivetani di Bologna era adornadi stalli riccamente lavorati ad intaglio e tarsia e collocati nelpresbitero: poiché i precedenti, di cui parlammo a suo luogo,eran forse andati perduti allepoca de


. La chiesa e il convento di S. Michele in Bosco. o ritenuti indispensa-bili quanto gli altari e il pulpito. Mentre gli artisti del primorinascimento, ancora titubanti in questo ramo speciale, si ten-nero spesso legati alla tradizione medioevale, gli intarsiatori delcinquecento preferirono ottenere effetti pittorici e portaronoal colmo la ricchezza delle decorazioni in legno. Anche la chiesa dei frati Olivetani di Bologna era adornadi stalli riccamente lavorati ad intaglio e tarsia e collocati nelpresbitero: poiché i precedenti, di cui parlammo a suo luogo,eran forse andati perduti allepoca delloccupazione bentivolesca,gli Olivetani di Bologna pensarono a farne eseguire di nuovi enon ebbero a cercar lontano per trovare 1 artista. FrateRaffaele da Brescia, oblato dell ordine, al secolo Roberto Ma-rone, dal 1521 al 1525 lavorò ad eseguirli, su disegno datoda Giovanni Battista da Imola, particolare ignorato fin qui. Fra Raffaele da Brescia fa parte di una serie di valentiintarsiatari dell ordine degli Olivetani : prima di eseguire gli. I — 41 — scanni di S. Michele in Bosco egli si era già reso famoso la-vorando nel coro e nella sagrestia di Santa Maria degli Argania Verona ed eseguendo il leggio ricchissimo e larmadio del-lArchicenobio di Monte Oliveto Maggiore l. I libri di spese della fabbrica sono pieni di notizie relativealla costruzione degli stalli a S. Michele in Bosco e riportanomoltissimi pagamenti a frate Raffaele per comperar legnamibianchi e neri, ferri, lime, fogliette doro e vernici. Fu aiu-tato nel paziente lavoro dai garzoni Marco Catena, Bartolomeodi Antonio Domenico da Parma, e Matteo : un m.° Adriano te-desco battiloro applicava le fogliette per le dorature dei rilievi 2. I postergali presentavano una serie di belle prospettive aintarsi con arredi e utensili sacri, secondo luso del tempo :ogni stallo era diviso da un pilastro di noce o dacero ricca- 1 Caffi, Raffaello da Brescia, nell Arte in Italia, disp. 9a , Torino; e Finocchiett


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