Saggi morali de signore Francesco Bacono ..Con vn'altro suo trattato Della sapienza degli antichiTradotti in italiano . a veraforz^a di quelle ^ e le fùe/egrete preprieta^né fi fono intermti micercaria, Jornile cofe volgari {fé nonm^inganno) farónuotio-^ 0lafciarM àdietro ciò cioè à^aperto , (^ di pianofafferò eltre^ apin rtcchi^ & piti alti pcn-fari. De LLA DELLA SAPIENZADEGLI ANTICHI I. Cassandra,ó vero Liberta nel parlare, / raccontA che CalTandrafojfeda ApoWìnG vagheg»aiata y & ch^elU convarijartificlf rendere i defiderij% di lui digiuni : con tergerefero femore viue le fue , fn t
Saggi morali de signore Francesco Bacono ..Con vn'altro suo trattato Della sapienza degli antichiTradotti in italiano . a veraforz^a di quelle ^ e le fùe/egrete preprieta^né fi fono intermti micercaria, Jornile cofe volgari {fé nonm^inganno) farónuotio-^ 0lafciarM àdietro ciò cioè à^aperto , (^ di pianofafferò eltre^ apin rtcchi^ & piti alti pcn-fari. De LLA DELLA SAPIENZADEGLI ANTICHI I. Cassandra,ó vero Liberta nel parlare, / raccontA che CalTandrafojfeda ApoWìnG vagheg»aiata y & ch^elU convarijartificlf rendere i defiderij% di lui digiuni : con tergerefero femore viue le fue , fn tan-*to che da Ini carnee il dono deldininarei^ chelÌA dopo dhfiuer e,quanto diJJìmuUmtamente bramatia^da lui attenuiOy aper-tamente le preghiere di lui rigettale, Sgli770^7 potendo pm ritorre quanto le hauenatemerariamente concejfo, & nondimenoinfiammato a farne vendetta, né volen*do effere dallaHutia à^vna donna burlato^al dono ch^egli fattole haueua , aggiunfecjusjlapenay checoflei^fempre certo pre^dicejfeilverOy ma nejfuno vi fujfechelecredeffe : ^ cojt gìindomnamenti di lei re (io-. i6 Della Sapienzarefiorono con la verità, mafenz^a crederi*Zja 1 non venendo loro mat fresia! a e hefempre k lei aunenncy ettanàio nella roKÌna della fuà patria, da hi più vol-te predetta^ che mai alcHno le d ef-fe T orecchie -, Q lecredcffe. La famlapare ejjere fiata finta apro-pofito dellintempefiiua , & mettile Ither*tà de configli, ò* delle ammonii io ni. Per-che qHelli che fono di fìatnra ritrofa , ^c^ra^né (ì vogliono fot top or re ad Apolli-iie ciò è,a colfii^cheDio deir armonia^peroffcrtiarey ^imparareda Itiija melodiadelle co fé, & le mifure, ^ quafi i tonideW acuto ^ ^gr^ue del fauellare \ (^altref le dtfferenz^e deir orecchie pm pur gate, & pentey e più roz^z,e & più volga»ri ; e cofi anco i tempi, 6 di parlare, 6 ditacere ; ancorchéfiam prudenti,cÙUheriyCtffam-y Òbuonicoì&fgh apportino-, nonmai per6con li loro sforzai, ^ col perfua
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