. Storia dell'Italia antica. de chi de fratelli, chi de parenti me-dicavano le ferite. Le speranze e i piaceri erano dubbi,le morti e i lutti certi: non vi fu chi non avesse ninnoda piangere. 448 OTTONE SI UCCIDE A BRESCELLO. LiB. VII. Giunta la nuova della disfatta in Brescello, i soldatifacendosi intorno ad Ottone, con grande amore lo prega-vano, non disperasse. Gli ricordarono che vi era ancoraunoste fedele, e pronta a ogni estremo, e che prestogiungereblDero i rinforzi di Mesia. Ma Ottone, coraggiosoe di sé risoluto, li ringraziò di loro fedeltà, disse esserfermo a non voler cercare con nu


. Storia dell'Italia antica. de chi de fratelli, chi de parenti me-dicavano le ferite. Le speranze e i piaceri erano dubbi,le morti e i lutti certi: non vi fu chi non avesse ninnoda piangere. 448 OTTONE SI UCCIDE A BRESCELLO. LiB. VII. Giunta la nuova della disfatta in Brescello, i soldatifacendosi intorno ad Ottone, con grande amore lo prega-vano, non disperasse. Gli ricordarono che vi era ancoraunoste fedele, e pronta a ogni estremo, e che prestogiungereblDero i rinforzi di Mesia. Ma Ottone, coraggiosoe di sé risoluto, li ringraziò di loro fedeltà, disse esserfermo a non voler cercare con nuovo sangue civile il suoscampo. Confortò i piangenti, premiò gli amici, pregòtutti a partirsi per non irritare lira del vincitore, arsele lettere in cui fossero parole di lode a lui e di vituperoa Yitellio, e quindi nella notte si trafisse colla sua ì fini lavventuriere disceso da famiglia etrusca ori-ginaria di Ferento, antica città presso a Viterbo sullasinistra della via di Montefiascone, ove ne rimangono. Rovine del teatro di Feronto {Dennis). più rovine di sepolcri, e di altri edificii tra cui sorgonoancora maestose le rovine delie arcate, delle mura edelle porte del vecchio teatro ricordanti le forti costru-zioni etrusche di massi rettangolari senza cemento, uniteai ruderi di altre opere dellarchitettura romana proba- Gap. III.] LA MORTE, LA VITA, I FATTI E I DETTI DI OTTONE. 440 bilmente dei tempi di Ottone Q). Egli fini a 37 anni dopo95 giorni di tristissimo regno, glorificato come un eroeper la morte dissimile dalla sua molle vita. Tutti glistorici celebrarono la fortezza delleffeminato, che, fa-cendo la scimmia a Catone, protestava di morire per lapace di Roma. Ma altri con ragione può domandare, seluomo caduto in fondo alla più vile mollezza non si uc-cidesse piuttosto per non esser capace a lottare controle estreme difficoltà, e a sopportare le incertezze frail timore e la speranza; e se meriti lode di eroe il mae-stro di voluttà e dinfamie a N


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