. Poesie di Ossian, figlio di Fingal, antico poeta Celtico, . una Sul? alma mia : Crona e Garron fvaniro,Io più. non veggo il figlio mio ; ben lungiNe trafportaro i romorofi venti 3 1 a Lamata forma, e 1 cor del padre è merlo iMa tu, Malvina mia, guidami preflfo Al fuon debofchi miei, preflfo il rimbomboDe miei torrenti ; fa che soda in ConaLe fìrepitofa caccia, ondio ripentì 320 Agli antichi miei dì ; portami larpaGentil donzella, ondio la tocchi alloraChe la luce fullanima mi tu predo, ed i miei canti afcolta, xE sì gli apprendi : non ofcuro nome 325 Oiììan n andrà fra le remote


. Poesie di Ossian, figlio di Fingal, antico poeta Celtico, . una Sul? alma mia : Crona e Garron fvaniro,Io più. non veggo il figlio mio ; ben lungiNe trafportaro i romorofi venti 3 1 a Lamata forma, e 1 cor del padre è merlo iMa tu, Malvina mia, guidami preflfo Al fuon debofchi miei, preflfo il rimbomboDe miei torrenti ; fa che soda in ConaLe fìrepitofa caccia, ondio ripentì 320 Agli antichi miei dì ; portami larpaGentil donzella, ondio la tocchi alloraChe la luce fullanima mi tu predo, ed i miei canti afcolta, xE sì gli apprendi : non ofcuro nome 325 Oiììan n andrà fra le remote verrà che deglimbelli i figli 8 La voce in Cona inalzeranno, e a quelleRupi V occhio volgendo , Oflìan , diranno , Qui (CCCl) Qui fé foggiorno, andran meravigliando 330Su i duci antichi, e Tuli invitta flirpeChe più non è : noi poferem frattantoSopra i nembi o Malvina , errando andremoSu le penne dei venti ; ad ora ad oraS udran fonar per la deferta piaggia 335 Le noftre voci, e voleran frammifliI canti noftri ai venti della OS. ( CCCII ) OSSERVAZIONI. 2. Q Imìli figure di locuzione furono in ufo appreffo £O primitivi Poeti, che amarono lenergia dello Itile „Geremia: Ne taceat pupilla oculitui. Il noltro Dante i-mith anch egli il linguaggio Profetico: Mi ripingeva là dove il Sol tace. Venimmo in luogo tf ogni luce preferite è affai familiare ad Offian, ed è felicifiì-xna. Lo (pirito poetico rifveglia la fantafia, e le faveder come prefenti e reali le cofe paffate ed imma-ginarie. Così altrove: la luce della memoria. * 2. Parrebbe da quelle parole, che quando Offian com-pofe quello Poemetto, non fotte cieco. Del refto noitroviamo nelle nuvole una ragion naturale delle fre-quenti vifioni degli Scozzefi. La fantafia prevenuta erifcaldata identifica le piti leggere raffomiglianze . Lebizzarre figure delle nuvole tanno di Orane in prefììo-ni nelf immaginazione alterata dei felvaggi , ed e(fi credono reali e viventi tutt


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