Memorie della Reale accademia delle scienze di Torino . quali da P si vede la faccia negativa, computare le gran-dezze apparenti delle prime come positive e quelle delle altre come negative, e farela somma algebrica. Così, per esempio, nel casodella fig. 42 si deve prendere come positivo tuttolangolo solido del cono PAB tangente alla lamina,dentro al quale si vede da P la parte AEB dellafaccia positiva; da esso poi si deve sottrarre lan-golo solido corrispondente allo spazio compreso frai due coni PAB e PCD, perchè in questo spaziosi vede da P la porzione anulare AC, BD dellafaccia negativa. C


Memorie della Reale accademia delle scienze di Torino . quali da P si vede la faccia negativa, computare le gran-dezze apparenti delle prime come positive e quelle delle altre come negative, e farela somma algebrica. Così, per esempio, nel casodella fig. 42 si deve prendere come positivo tuttolangolo solido del cono PAB tangente alla lamina,dentro al quale si vede da P la parte AEB dellafaccia positiva; da esso poi si deve sottrarre lan-golo solido corrispondente allo spazio compreso frai due coni PAB e PCD, perchè in questo spaziosi vede da P la porzione anulare AC, BD dellafaccia negativa. Ciò che rimane è langolo solidodel cono PCD che ha per direttrice il contorno CFDdella lamina. Questo esempio mette in chiaro unaregola semplicissima per trovare in ogni caso, senza bisogno di sottrazioni, il valore ed il segno di uj: langolo solido uj, del quale siha da far uso nella formola (63), è quello del cono di vertice P, che ha per diret-trice il contorno della lamina. Il segno di uj è quello della faccia che si vede dentroa questo Fig. 42. 47. — Su di una normale ad una lamina AB (fig. 43) di potenza i conside-riamo due punti P, e P2 infinitamente vicini, luno, P,, dalla parte della facciapositiva e laltro, P2, dalla parte della faccia negativa. Sediciamo uut ed uj2 gli angoli solidi coi quali la lamina èveduta dai due punti, e Vi, V» i corrispondenti poten-ziali, abbiamo: Vi = i uj. V, zw. e quindi Vi — V2 = i (uj, — ujj,). Ora se, come si è supposto, Pi e P2 sono infinitamentevicini, e se si ricorda quanto teste è stato detto relativa-mente al segno degli angoli solidi, si ha: uj» = — (4tt — uj,). Dunque(64) Vi- V, 4 TT i.


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