. Emblemi di Q. Orazio Flacco . Pria le ricchezze procurar dovete- Epift. u 0 cittadini , e la virtù Ala quando il vizio è divenuto confuetudine, e cheha vinto, e avvilito lo fpirito , (ì richiama con vani lamentila virtù,, ma ella lì è già allontanata, né prella orecchie achi Id richiama. Lih. j. (hiando P alta virtitde ha eletto altrove ^J- J Pili quieto asilo ; ahieramente fprezza Che PUom viziofo la richiami in Val. Ma!]: Defiderava ardentemente 1 Univerfale di Siracufa la morte di Diuniiìo Tiranno, e una fola Donnicciola pregavaogni giorno gli Dei che lo teneHero in v


. Emblemi di Q. Orazio Flacco . Pria le ricchezze procurar dovete- Epift. u 0 cittadini , e la virtù Ala quando il vizio è divenuto confuetudine, e cheha vinto, e avvilito lo fpirito , (ì richiama con vani lamentila virtù,, ma ella lì è già allontanata, né prella orecchie achi Id richiama. Lih. j. (hiando P alta virtitde ha eletto altrove ^J- J Pili quieto asilo ; ahieramente fprezza Che PUom viziofo la richiami in Val. Ma!]: Defiderava ardentemente 1 Univerfale di Siracufa la morte di Diuniiìo Tiranno, e una fola Donnicciola pregavaogni giorno gli Dei che lo teneHero in vita. Egli lo feppe,e la ricercò della caufa ; perchè, rifpofe elfa, quando avevamoun malvagio Tiranno io delìderava che mori (le, ed elfendoilato uccifo, un peggiore di quello simpadronì delh Città;dcliderai ardentemente che anchelio rtnille, e ora abbiamote più molello, e pefante delli antecedenti; perciò temendoio, che ne venga un quarto peggiore di te, ben volentierimi offerifco alli Dei per la tua ìM: >..v. 19 A M Q R V I RTVT I S \JDeritnt peccare boni vtrtutìs amore . l^^ f Tu nihil admìttes in te formidine fpes falien di : inìjcebis [aera profanis. Non fu m mcechits, ego., Herciile^fiir, ubi vafa ^^;/Pr£tereo fapiens argentea. Tolle perictilunttJam vafa proJìHet fraenis natura remotis. Pravus, inftigante natura, à forto, folo imminentis■pcenae mem abflinet: ficque ut vir probus, inter bonosadnumerarur, Naturain mutare diffìcile efty ait Seneca, Vi-demus alios, natura duce optimi, ipfam virrutem, quavirtus eft, colentes, atque Hi veri boni, qui non indigent leglbus, fed fuaptcnatura, nihil contra leges, aut bonos mores agunt. Antifthenes non ideò quid faciendum, aut vitandum ^«?*«^-dicebat, quia leges iuberent aut vetarent : fed quia ipfaratio div^aret, hoc elle honeftum, illud turpe. 20 LAMORE BELLA YIRTÙ Lib. f. J[ Ugge / Uom fiiggio dall orror del vìzio ^^ ^- Perchè fol di virtù fegiie r


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