L'Olivastro, overo, Il poeta sfortvnato : poema fantastico . Letto merca, Che decanti dOrmèo Signor di grido, Infra coltrici auuolto3infrà mantelli, Segli èI primièr del gran feggio di Nido. E che nuocca al Tuo mal facrata chierca * 106 A cotanti del Ciel duri flagelli. Qua! di Gorgone ria faccia tremenda , (tra, Vattane pur,gaudio nouel ricerca, Mhaurebbeilduol già trasformato in pie- Di PofiHpo ftanne aìochi belli; (Tal nodi il Cigno ) e per voglia ftupenda O del Cirillo inuitino gli Afprini, Pi F Abiffo poggiar mi f efti a T£ tra. A dormir foporoiùe refupini * Ho gii vena per tè prraa demen


L'Olivastro, overo, Il poeta sfortvnato : poema fantastico . Letto merca, Che decanti dOrmèo Signor di grido, Infra coltrici auuolto3infrà mantelli, Segli èI primièr del gran feggio di Nido. E che nuocca al Tuo mal facrata chierca * 106 A cotanti del Ciel duri flagelli. Qua! di Gorgone ria faccia tremenda , (tra, Vattane pur,gaudio nouel ricerca, Mhaurebbeilduol già trasformato in pie- Di PofiHpo ftanne aìochi belli; (Tal nodi il Cigno ) e per voglia ftupenda O del Cirillo inuitino gli Afprini, Pi F Abiffo poggiar mi f efti a T£ tra. A dormir foporoiùe refupini * Ho gii vena per tè prraa demendaNonché Plettro adeguato a la mia CetraGià becarmi nintefloa corde doro,E mi frondeggia al crin vergine Alloro •J07Ciò dettoapena,vnimprouifoaflalto (ne;Dhumor freddo gli agghiaccia il fenjc re-Fu quello ftar de la fineftra a lalto,Le Zingare di Lui fatte shà nel petto vn cor di freddo fmaltoFu la ragion de largentali vene,Che nonfcorrendoad irrigargli il pettoFebbricitante il fa girfene a // Fine del Decimo Quarte Canta. LOLI- LO LIVASTRO SFORTVNATO POETAPoema Piaceuok-», CANTO DECIMO QJT I N T O. A R G O M E N T O. VtniA y Qolei, di miferandi obietti,%egtn* deplorabile > e chiedente;Falche di Trulla e nafcita^ediffettt,Ter Vecchio aftuto l Oliva(ìrofente •Indi)per Carmi al dedicar rnendici,Iracondi pugneggianfi pli Amici. i * A vn Alba a laltra > e Non al tremulo monde* rufcellerti,4vna a laltra Sera » Non di platano placido a frefcOra , Non al garir di piccioli auge^letti ,Fauellar dOIjuaftro* Non fciAiDa pittrice i fior più mincarno, Non pei campial cozzar de gli agnelletti ;Non per fampogna al ri(onar di Flora «promifsìon,eiVa Ver- Non per cola quaggiù dolce, che (ia,no,a Primauera » Si può addolcir la pafsione mia. Mobliga^ndhoggì al verfeggiar mi fcarno Qui mi tradì a cantar dvn Mefchjnello, . Ozìofo^a varcare imefì, e gli Anni: Duolmibecche ComctainOcl leuera Chedisfotcuneal rigido flagello, Contornato ha


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