Storia dell'Italia antica . a memoria delluomo che aveva salvato la città recandoa concordia le parti divise (^). Sacra ed irrevocabile fuproclamata la legge che faceva inviolabili i rappresen-tanti del comune plebeo: e la plebe prima di rientrarein città volle consacrato con unara a Giove Terribile illuogo dove si era ritirata per protestare contro i suoi C) AED. PL. (aediles lìlehis). Testa di Cerere coronata di rovescio: M. FAN. L. CRT. (Marcus Fannius Lucius Critonius).Due uomini in toga, seduti; davanti una spiga: dietro P. A. (primiaediles, o lìuhhlico argento). Cohen, Med. Co


Storia dell'Italia antica . a memoria delluomo che aveva salvato la città recandoa concordia le parti divise (^). Sacra ed irrevocabile fuproclamata la legge che faceva inviolabili i rappresen-tanti del comune plebeo: e la plebe prima di rientrarein città volle consacrato con unara a Giove Terribile illuogo dove si era ritirata per protestare contro i suoi C) AED. PL. (aediles lìlehis). Testa di Cerere coronata di rovescio: M. FAN. L. CRT. (Marcus Fannius Lucius Critonius).Due uomini in toga, seduti; davanti una spiga: dietro P. A. (primiaediles, o lìuhhlico argento). Cohen, Med. Consul., pag. 117 e 136. , Critonia. Del tempio di Cerere rimangono traccie nella chiesa di S. Maria inCosmedin. Vedi Nibby, Roma antica, II, 654, e Canina, EdifizH di Romaantica, voi. II, tav. 43. (*) A Menenio Agrippa, come a mediatore ed arbitro della concordiacivile furono fatti a spese pubbliche funerali splendidissimi, come già aBruto e a Valerio Publicola, Dionisio, VI, 96; Livio, II, 33. 1 Dionisio, VI, Vannucci — Storia dellItalia antica — I i)J 786 GRANDEZZA E IMPORTANZA DELLA RIVOLUZIONE. [Lib. IL oppressori: e dora in poi il colle da cui, come da unafortezza, aveva ottenuto le prime sue libertà si chiamòMonte Sac7o per la legge sacra ivi sancita, e per laraerettavi a Giove (). E lavvenimento era grande e meritava di essere ce-lebrato con religione; perchè, mentre aveva impedito ildiscioglimento della nazione romana, metteva qualchemodo alle violenze dei ricchi, chiamava la plebe allavita legale e civile, e le apriva la via a grandi una vera e grande rivoluzione sociale partorita daipatimenti dei molti, e dagli eccessi dei pochi. 1 poveridapprima temperatissimi chiesero agli abbienti pane epietà. Non pensavano allora a diritti politici, ma a nonmorire di schiavitù e di miseria: non volevano che lalegge dei debiti fosse abolita, ma chiedevano che fossemeno* arbitraria, meno crudele. Inascoltati nei gmsti la-menti, non vanno a uccidere


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