. Epistole eroiche di P. Ovidio Nasone . appoggiato aveva Vinta dal ibnno ornai le guancie al letto 9 Veder dico mi parve a V onde in mezo ( O mifera ed orribil viiione ) Vago Delnn notar, cui poi eh* alquanta L ebbe per V acqua a fuo piacer rivolto Empio Aquilone , in fu V arena al fine Mifer lo trafTe , ove perdeo la vita. Sia pur quanto li vuol fallace il fogno, Ch io ne pavento in me medefma e tremo : Non ti fidar con giovenile ardire Di commetter tua vita a P onde infide, Se non quando fi flan tranquille e qiiete, E quando a te fia la tua vita a vile Prendati almen de la mia vita cura : C


. Epistole eroiche di P. Ovidio Nasone . appoggiato aveva Vinta dal ibnno ornai le guancie al letto 9 Veder dico mi parve a V onde in mezo ( O mifera ed orribil viiione ) Vago Delnn notar, cui poi eh* alquanta L ebbe per V acqua a fuo piacer rivolto Empio Aquilone , in fu V arena al fine Mifer lo trafTe , ove perdeo la vita. Sia pur quanto li vuol fallace il fogno, Ch io ne pavento in me medefma e tremo : Non ti fidar con giovenile ardire Di commetter tua vita a P onde infide, Se non quando fi flan tranquille e qiiete, E quando a te fia la tua vita a vile Prendati almen de la mia vita cura : Che fenza te, ne la mia propria vita Ne me ileffa amerei, ma fpero omai, Chel vento pofi , e che fi quieti il mare, E ti faccia al pafiar la via ficura. Prendi il viaggio allor, allor con fretta Le braccia e i pie, per le ferm onde muovi 5 E poi che il mar tanta procella ingombra, Che mal ficuro è trapalTarlo a nuoto ; Facciati intanto il deiìar cocente EU nojofo afpettar men grave, e forte Quella 5 eh io tanto invidio , amata carta. I. A e O N Z I O A C I D I P P E- EPISTOLA DECIMANONA. S GOMBRA dal cor bella Cidippe, e cara ,Ogni timor , che giuramento alcunoMal faggia non farai di nuovo al tuoSì fido amante, e fol mi balla avertiUna fol volta al giuramento aftretta. Leggi ficura pur, così fen vadaDa le tue belle membra il mal lontano(Che fenza in me fentir tormento o doglia 282 A C O N Z I O D ogni afpra doglia mia, mifero, è duce )Come dinganni fon mie carte vote. A che vergogna il tuo bel vifo arrofTa ?Ch io credo, che fi come innanzi a quellaBel flmulacro di Diana , e fanto,Si fé vermiglio il tuo leggiadro vifo,Così fatt or fi fien tue guance rofTe. Io non bramo d aver da te V infameFrutto d amore , o violar quel belloDi tua virginità candido fiore ,Ma flringer fol di tua promefla fede,E del fanto Imeneo T nodo,Perch io qual dolce tuo conforte e fidoT amo, e non qual tuo difonefto amante:Che fé tu leggi il giuramento iilelToChe fcritto aveva il fortunato po


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