. description English: So-called 'Portrait of Veronica Gambara' (?) (1485 - 1550). Actually, the portrait of an unknown sitter, painted by an unknown flemish painter in the first decades of 17th century. Now in the Museo Civico, Correggio. Italiano: Anonimo fiammingo, Ritratto di gentildonna, Museo Civico, Correggio. Primi decenni del XVII secolo. Già noto come 'Ritratto di Veronica Gambara'. Per lungo tempo si ritenne che il ritratto raffigurasse la poetessa Veronica Gаmbara sposa nel 1508 di Giberto X, signore di Correggio (da ciò la scritta fantasiosa apposta sul retro della tela: Veroni


. description English: So-called 'Portrait of Veronica Gambara' (?) (1485 - 1550). Actually, the portrait of an unknown sitter, painted by an unknown flemish painter in the first decades of 17th century. Now in the Museo Civico, Correggio. Italiano: Anonimo fiammingo, Ritratto di gentildonna, Museo Civico, Correggio. Primi decenni del XVII secolo. Già noto come 'Ritratto di Veronica Gambara'. Per lungo tempo si ritenne che il ritratto raffigurasse la poetessa Veronica Gаmbara sposa nel 1508 di Giberto X, signore di Correggio (da ciò la scritta fantasiosa apposta sul retro della tela: Veronica Gаmbara Principessa di Correggio 1508 nella sua etа di anni 24. Fatto in Brescia). L'equivoco ebbe origine dall'antico proprietario del dipinto, il correggese Antonio Alessandro Arrivabene, dilettante di storia patria, il quale, secondo quanto asserisce lo storico correggese Girolamo Colleoni in una lettera a dell'8 ottobre 1774, 'battezzò un quadro a capriccio asserendolo il ritratto di Veronica Gаmbara' (G. Colleoni, Lettere a Ireneo Affò [Copialettere sec. XVI11], in BCC AMP 127). La tradizionale identificazione continuò per buona parte del Novecento, finché Riccardo Finzi (1962), non potendo più sostenere, per ragioni di lampante anacronismo - già manifestate da Augusta Ghidiglia Quintavalle (1959) in occasione del restauro del dipinto - l'identificazione con la Gаmbara, propose il nome di Anna Pennoni, moglie del principe Siro da Correggio. Tuttavia anche quest'ultima identità sembra assai dubbia, non essendo suffragata da alcun indizio ed essendo più probabile supporre un legame stretto con la provenienza del dipinto dagli Arrivabene (ramo collaterale della nota famiglia di Mantova). Attribuito da E. Bertolini ad ignoto fiammingo del primo Cinquecento, il quadro fu assegnato dalla Ghidiglia Quintavalle, sia pure in forma dubitativa, a Sante Peranda nel periodo in cui (1608-27) il pittore veneziano lavorava alle corti dei Pico e degli Este, mentre il Finz


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