. Ricciardetto di Niccolò Carteromaco [pseud.]. landin) che per fera che fia,Non le farò giammai tal villanì Ma non fi perda tempo. E di buon paffb,Sbrigatifì dal vecchio, camminaroInverfo il bofco ; e quivi ora li laiTo,Che vo tornare a Ricciardo mio caro:li qual dello fi diede a SatanafTo,E proruppe in lamenti e in pianto amaro :Quando saccorfe che gli fu rubata ,Mentre dormiva, la fua aonna Altri qui narrerebbe il piagniftéo,E le parole tragiche e dolentiChe allora dille, ed i getti che feo ;Ed aprirebbe i fonti ed i torrentiDel più forbito immaginare qui noi fiamo tra


. Ricciardetto di Niccolò Carteromaco [pseud.]. landin) che per fera che fia,Non le farò giammai tal villanì Ma non fi perda tempo. E di buon paffb,Sbrigatifì dal vecchio, camminaroInverfo il bofco ; e quivi ora li laiTo,Che vo tornare a Ricciardo mio caro:li qual dello fi diede a SatanafTo,E proruppe in lamenti e in pianto amaro :Quando saccorfe che gli fu rubata ,Mentre dormiva, la fua aonna Altri qui narrerebbe il piagniftéo,E le parole tragiche e dolentiChe allora dille, ed i getti che feo ;Ed aprirebbe i fonti ed i torrentiDel più forbito immaginare qui noi fiamo tra amici e parenti,E fi raccontan le cofc alla buona,Senza tanti Permelfo ed Quello eh*è vero, ei la diacciò sì male,Che fenza dire a* iuoi compagni addio,Montò a cavallo, e gli fé metter Pale,E bellemmiando da lor fi partì dove andalTe , ed in che verfo, e qualeTerra fi ritrovalTe ; il penfier mioE* dì dirlo domani : fé pur ancoLa memoria di ciò non mi vien del Canto Fentifsttejtmo,fjzrte U. V CAN» $•6. CANTO XXVIIL ARGOMENTO. Nalduccio vinto dal piacer fallace ,Poco mancò che non giffe in V incanto alfìn disface ,Ed efcon ambo de perigli fuor a .Trovan Ricciardo ; a lui Nalduccio faceU imbasciata , che Re Francia V adora *Degna di rifo , e d9 ira 9 e di memoriaD* un graffaccio furfante e qui la floria . LAmore non fo già quel che fi fia,Né quel eh* egli lì faccia entro di noi}Ma credo che rf accorti alla pazzìa ,E lo comprendo dagli effetti pazzo quel chfegli ha, lo butta diletta fua (Quel che tu vuoi,Prendi) dice lamante, e non gli caleDi ridurli a morir allo fpedale. VENTOTTESIMO. 3°7 Il pazzo non fi fa mai quel che vuole ;Ed un amante, chi lintende è è deftete, il pazzo ftaffi al Sole,Com ei fia dell inverno il babbo o lavo ;E lamante per dir quattro paroleA lei che dentro al cuor gli ha fatto il cavo,Neile tivo meriggio fopra un tetroStarla fenza cappel, fenza berretto. Sinfur


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