Delle opere di Gabbriello Chiabrera; in questa ultima impressione tutte in un corpo novellamente unite .. . e InvidiaY Con più veneno di viperei /guardi,Che il grande ingegno di Speron . Ne mai| Eu calpeftata per ingegno umanoNemica Invidia con valor più grande,Che per lingegno di Speron. Ben degnoFu , che vivendo Vammirarle Italia,(Come fuo pregio, e che oggi morto il pianga 2Con dolore immortai, come fuo predioPegno è non manco. Può vantarfi Grecia:E>i molti chiari,, ma fé Italia prendeVanto a volerfi dar di colini folo,Senza contratto, abbatterà quei molti» ttlj6 *° ^°^ia Grecia OItra ot


Delle opere di Gabbriello Chiabrera; in questa ultima impressione tutte in un corpo novellamente unite .. . e InvidiaY Con più veneno di viperei /guardi,Che il grande ingegno di Speron . Ne mai| Eu calpeftata per ingegno umanoNemica Invidia con valor più grande,Che per lingegno di Speron. Ben degnoFu , che vivendo Vammirarle Italia,(Come fuo pregio, e che oggi morto il pianga 2Con dolore immortai, come fuo predioPegno è non manco. Può vantarfi Grecia:E>i molti chiari,, ma fé Italia prendeVanto a volerfi dar di colini folo,Senza contratto, abbatterà quei molti» ttlj6 *° ^°^ia Grecia OItra ottantanniEbbelo lieto il Mondo , e può temerti $Che ottanta luftri volgeranno i Cieli,|E ài fpirto finiil non farà deguo . Ghìtbwa Par. Zi* 1 uQT+ ^§4 Itjme del Chìabrera l4orte, fé gode in rimirare i fa Tua falce infar luman lignaggio,.Sieda fu quefta Tomba. Altrove in terraElla non fperi rimirarne uguale. XXIX. Per il Signor RAFAEL DI URBINO. PER abbellir le immagini dipinte,Alle vive imitar pofc tal cura,Che a belle far le vere fue natura 5Oggi vuole imitar le coitui finte». x? ! Parte Seconda* $$* L E y E N D E M M I ED I P A R N ASO. SU quella liraLa bella Clio difpinfèLorribile Cinghiai, che Adone eflinfe; E qui iofpira , Tinta di morte il vifo , Ciprigna il caro ì detto affanno Alla mia man ricorda, Che per canto dAmor non tocchi xorda * Crudo Tiranno, E che non fparge fpeme , Salvo di doglie eftreme.)unque giojofo A te conlacro i verfi, A te, che di Trebbiaa nettare verfi,| Dio pampinofo, Per cui lieta fi avanza Nemiferi fperanza. Sonio fentito! Mal vive Uom, che non beve-sti , fu rechefi vin, rechefi tutti invito,! Beviam che non è ria tfna gentil follia. I I. Loda fi la Vendemmia )Armi, caro Pizzardo, I LAlitliano a venir tardo, 296 Rime del Chtabrer* Con tal defìo Pafpetto; E tanta fmania in petto Ho di torre alle viti Gli acini coloriti: Venturofe giornate A ragion defìate ; Veder chiome canute* E frefca gioventute Gir


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