. Collezione di monografie illustrate. a conversazione che io chiamerei romana,del mio ospite. I romani, i veri romani, hanno, a mio parere, una conversazione chenon rassomiglia a nessuna di quelle degli altri abitanti dItalia. E una conversazioneche io chiamerei priva di ambizione. Non parliamo dei toscani che si servono dellaconversazione come le belle donne si servono degli occhi, del sorriso, del seno in vista, sotto gli occhi dell interlocutore, tutte le finezze e raffinatezzecon una civetteria di bella ragazza senza dote ; non parliamo, per amor di Dio, deinapoletani ; ma


. Collezione di monografie illustrate. a conversazione che io chiamerei romana,del mio ospite. I romani, i veri romani, hanno, a mio parere, una conversazione chenon rassomiglia a nessuna di quelle degli altri abitanti dItalia. E una conversazioneche io chiamerei priva di ambizione. Non parliamo dei toscani che si servono dellaconversazione come le belle donne si servono degli occhi, del sorriso, del seno in vista, sotto gli occhi dell interlocutore, tutte le finezze e raffinatezzecon una civetteria di bella ragazza senza dote ; non parliamo, per amor di Dio, deinapoletani ; ma anche i piemontesi, i lombardi, i popoli insomma più evoluti e seridItalia, tutt gli italiani, mettono nella conversazione, specialmente a primo incontrouna certa vanità femminile. Il romano mai ; egli si serve della parola semplicementecome mezzo; non ne fa né un ornamento, né unarma ed è perciò che la sua conver-sazione assume sempre un carattere di placida serenità che le conferisce unattrattiva Ili-i lI A Ml-Klhl >N VI I. VEIO — IL FOSSO LI FORNELLO. (Fot. I. I. dArti G speciale. Uscendo dal castello io fui invitato dal medico, un gentile intelligente g -vine, a fare insieme con lui una gita intima per il paese. Era oramai sera ; noi en-trammo in una stanza, (ma dicendo così io sento di adoperare un eufemismo ironico !dove al chiarore incerto, fumoso e graveolente di un lume vidi una delle scene piùstrane di miseria che mai abbia veduto. Quella stanza, tuttaltro che grande, era lette-ralmente coperta di letti, fatti di rami di alberi non secchi ancora e nemmeno sbucciati,e su quei sei letti dormivano quattro famiglie di terrazzani, di contadini avventizi,mariti, mogli, figli, figlie, bambini e bambine, tutti insieme. Poche dimande che iorivolsi ad una giovine donna intorno ai pericoli di una tale promiscuità mi fecerocomprendere che quella gente aveva oramai in fatto di morale sessuale saltato ilfosso da un o anzi non cera forse mai nemmeno arrivata


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