Cajo Marzio Coriolano, capitano de' Volsci : azione accademica da rappresentarsi nel giorno natalizio dell'Altezza serenissima di Francesco Terzo, duca di Modena, Reggio, Mirandola ec: nel domestico Nuovo Teatro : composta, recitata e dedicata alta medesima serenissima Altezza . ià aveano fatta Pace, fé unitamente con A^p^ioTulio 7jon ricorreva ad urt duplicato artifciofo fìrata-gemma, che ju fiimolarli introdurft nella gran Me-tropoli per vedere la grandiofa funT^ione de Giuochi,ìndi ffatare jofpetto nel Senato di Roma, che talmoltitudine fotto pretefìo di curiofttà introdotta fi fof-fe per o


Cajo Marzio Coriolano, capitano de' Volsci : azione accademica da rappresentarsi nel giorno natalizio dell'Altezza serenissima di Francesco Terzo, duca di Modena, Reggio, Mirandola ec: nel domestico Nuovo Teatro : composta, recitata e dedicata alta medesima serenissima Altezza . ià aveano fatta Pace, fé unitamente con A^p^ioTulio 7jon ricorreva ad urt duplicato artifciofo fìrata-gemma, che ju fiimolarli introdurft nella gran Me-tropoli per vedere la grandiofa funT^ione de Giuochi,ìndi ffatare jofpetto nel Senato di Roma, che talmoltitudine fotto pretefìo di curiofttà introdotta fi fof-fe per ordire folleva^joTie contro di lei, quando foffsfiata intenta alla grati fefìa. La Prudenza per tan-to del Senato non efttò punto prima che fi face [fero iGiuochi ad ordinare, e a far e[eguire l ejcluftone diuna moltitudine, che quando realmente [offe fiata d/mimo avverfo avrebbe potuto tentare quanto era fup- D 2 pojle. Rfufct con quejìa Frode a Cartolano ài JlimOlare i Volfci a prender / Armi contro i Romani, chegli avevano irritati coli ingittriofo tiffcacciamente^ efargli fervire alla [uà vendetta contro la propria Po-triay che già ne lo avea bandito, Plutar. in vita C. M. Coriolani Tit. Liv. lib. 2. PP,Catrau, e Roville nella Storia Romana lib. eAN- e A N T A T A SECONDA. c LA FRODE. On quefta larva in volto ,Ed in mentito ammantoDov è chi il dia vantoLa Frode in me fcoprir,I doppj lacci mieiL aftuto ingegno umanoDi franger tenta in vanoIn van tenta fuggir. Gon quefta ce-li fai Troja infelice Benché di Nume eterno opra, e lavoroS io far ti feppi un giornoDi Regina deli Afia alta, e fuperbaPolve infeconda, e nuda arena, ed erba*Chi traffe a fin 1 Imprefa,L Imprefa faticofa, a cui d intornoSudò Gradivo infano Con mille Navi, e per dieci Anni in vano?Opra fu di mia manoL immenfa equina moleD Armati, e d Armi pregna »Le ben telTute foleIo colorar feppi a Sinon fui labbro^£ il finto f^crifizio , q la dipinta ruga Fuga inventata, e di Minerva il dono.


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