Orlando furioso . e dilTePerchè 1 difegno fuo non gì impediffe. CAJVro OTTAVO. 227LXXXIX Era quefla una Donna che fu moltoDa lui diletta ; e ne fu raro fenza :Di coftumi, di grazia, e di bel voltoDotata, d accortezza, e di prudenza;E fé licenzia or non n aveva che fperò tornarle alla prefenzaIl di medefmo ; ma gli accadde poiChe lo tardò più de i difegni fuoi. XC E poi eh ella afpettato quali un mefeIndarno 1 ebbe, e che tornar noi vide,Di defiderio si di lui s accefeChe fi partì fenza compagni o guide,E cercandone andò molto r iftoria al luogo fuo quelli due non


Orlando furioso . e dilTePerchè 1 difegno fuo non gì impediffe. CAJVro OTTAVO. 227LXXXIX Era quefla una Donna che fu moltoDa lui diletta ; e ne fu raro fenza :Di coftumi, di grazia, e di bel voltoDotata, d accortezza, e di prudenza;E fé licenzia or non n aveva che fperò tornarle alla prefenzaIl di medefmo ; ma gli accadde poiChe lo tardò più de i difegni fuoi. XC E poi eh ella afpettato quali un mefeIndarno 1 ebbe, e che tornar noi vide,Di defiderio si di lui s accefeChe fi partì fenza compagni o guide,E cercandone andò molto r iftoria al luogo fuo quelli due non vi dico or più più m importa il Cavalier d Anglante. XCI Il qual, poi che mutato ebbe d AlmonteLe gloriofe infegne, andò alla porta,E diffe nell orecchio : Io fono il Conte,A un Capitan che vi facea la fcorta ;E fattofi abbalTar fubito il ponte,Per quella llrada, che più breve il portaAgi inimici, fé ne andò che feguì, nell altro canto è fcritto. Fhie del Canto Ottavo, ^ ^. M . .r-o^ JjCi Budello accareififi^ed eMa liu; Qiiai e^ra^ic al Conte midiuio ajiibcdui. Canto 1-XXXV. ORLANDO FURIOSO D I LODOVICO ARIOSTO. ARGOMENTO. Tanto cammina Orlando che alfin giungeOve di Proteo ode la fiera iifanza;Ma si nova pietà d Olimpia il pungeCentra Cimo/co che in o/cura JtanzaLe tien lofpofo, die Jenz ir più lungeLe dà di vendicarla ; eji parte ; e con Olimpia Bireno a nuove nozze allora. CANTO NONO. CHE non può far dun cor chabbia crudele e traditor d Amore,Poi che ad Orlando può levar del pettoLa tanta fé che deve al fuo Signore!Già favio e pieno fu d ogni rifpetto,E della Santa Chiefa difenfore ;Or per un vano amor, poco del zio,E di fé poco, e men cura di Dio. Q30 ORLAXDO FURIOSO II Ma r efcufo io pur troppo, e mi rallegroNel mio difetto aver compagno anch io fono al mio ben languido ed egro,Sano e gagliardo a feguitare il fé ne v


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