. Delle imprese, trattato . i fecre-ti mirabili con ponendo il freno al corfo dellofcu-rità, e della chiarezza, il giudiciofo deue in maniera far lac-coppiamento , che con eccefTo di forma fi laCci veder vagaproportione; come in qualfiuoglia compofto fan veder le par-ti delle materie che vi concorrono. proportlo-nacamenteeiler chiarexza è difdi-ceuole. Imprefadel ConteNicola. Hipparcaaccufjto p-che fcrifTechiarameate. Numa,8cEgeria. Della ragione de Motti. Cap. XXV. O già detto che i Motti non fono eflential-mente neceflarij allImprefa ; per ciò che felconcetto ha fatt


. Delle imprese, trattato . i fecre-ti mirabili con ponendo il freno al corfo dellofcu-rità, e della chiarezza, il giudiciofo deue in maniera far lac-coppiamento , che con eccefTo di forma fi laCci veder vagaproportione; come in qualfiuoglia compofto fan veder le par-ti delle materie che vi concorrono. proportlo-nacamenteeiler chiarexza è difdi-ceuole. Imprefadel ConteNicola. Hipparcaaccufjto p-che fcrifTechiarameate. Numa,8cEgeria. Della ragione de Motti. Cap. XXV. O già detto che i Motti non fono eflential-mente neceflarij allImprefa ; per ciò che felconcetto ha fatta loperatione, in quellVnoproprio dellattion fua, dico delloggetto, incui hauédo vn pezzo, con varij difcorfi ado-prata limaginatiua, &: indi rifultando le va-rie formi dell Idee,in quellvna fola, oue tutto fi raccolfe, perparturir fiiora il fentimento interiore , e farlo rilucere vifibi-le in vna Pianta, in vnAnimale , in vn leroglifico, in vna Fi-gura di qualfiuoglia maniera ella fia i fouerchia ogni altra T cofa. I motti no fono cflen» lin-telletto pr3duce rIm-prefa. Parole nel-r Imprefafono foucr»chie. DELLE IMPRESE cofa a me pare ; & ornamento, ma non necefsità mi par cheNon n dee faccia quel che vi fi aggiunge . E quei chan parlato danima eprefa è co ^^ ^orpo nel Motto e nellImprefa del folo oggetto, le confide-po, rato haueflero che non è corpo limprcfa , mavn ritratto del cócetto, che col pennello dellimaginatiua ha lineato in quel-lerprefsione , e parturendo vna cofa limile a fé, la manda fuo-ri in quella demoftratione , non Matematica, ma ombregiatadi fpirito del Tuo penfiero (fé mi è lecito con queftoccolta Fi-lofolìa andar vagando ) non haurebbcro detto che bifognauaaltro accidente che gli delle forma ; per lafciar bora la mate-Gli antichi ^^^ dellailratto, e del concreto. E quella olleruatione ho det-figurauano to chan fitto gli Antichi, ai quali baftaua folo che per lero-folamence. glifìco i loro penlìeri manifeftalTero, ch


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