Gli ingiusti sdegniComedia . eli io tengo : chio jìa pouero , uci dite ilvitro y poi che tanto uaglìonoame leuojìrericche^yche pur tnifetefadre^quanto Ubuona fortuna dun patrone a un fedele ,ma difvratiato feruidore * Tand, Mefjerfi^tu lhai detta, deueVhai tu trOuato f quefli tuoi fiudij ti cauano di ceruellofC tinfegnano dimpouerire : rifolueti ri-folueti hormaiyCÌTt fei grande^ ad aiutarmia farti ricco » Ha. Ricco e quello mio padre^ che ha quanto perhonejìamente uiuerglificonuiene,e noiychetanta ne hauemo a che più affaticarci f Pand. Tu non dì ti uero^che non fé nha mai tantOj che bafii :


Gli ingiusti sdegniComedia . eli io tengo : chio jìa pouero , uci dite ilvitro y poi che tanto uaglìonoame leuojìrericche^yche pur tnifetefadre^quanto Ubuona fortuna dun patrone a un fedele ,ma difvratiato feruidore * Tand, Mefjerfi^tu lhai detta, deueVhai tu trOuato f quefli tuoi fiudij ti cauano di ceruellofC tinfegnano dimpouerire : rifolueti ri-folueti hormaiyCÌTt fei grande^ ad aiutarmia farti ricco » Ha. Ricco e quello mio padre^ che ha quanto perhonejìamente uiuerglificonuiene,e noiychetanta ne hauemo a che più affaticarci f Pand. Tu non dì ti uero^che non fé nha mai tantOj che bafii : entra entra in cafa , che fé Ucaffa farà fana, le cofe andaranno bene. Ha» Io entroio auaritia cagion dogni mio male, fand. Tu non mipafcerai più di fanfaluche : ilfare imparar lettere a figliuoli è uninfe*gnarli di rubarci fen%a che tu te naueda ifécoftuiandaffeallo fìudio,efi dottoraf»fi, mi finiria di ruinare a fatto : fiudij afua pofta, VadoM a fua poHa, lettere 4fua foBa. tifine del Atto fecondo.^ ATTO I iV SCENA PRIMA,Landolfo, llVedante, Cr N I male e nuUo ,quando non fi rimettedi quel di cafa^ pei chetiefiam chiariti, cheFlauio non rn^ha toltidanari di caffa^ne grano delgranaio;poco micmoychecelmfifi cefi ingannato, e eheglihalli falfamente intefo quel che dian^j netrauagliaua tutti, per Flauio , acciocbejileui daWamicitia di quella donna, per ex»gione della quale ft per tempt fono ufcitofa mane di caja meglior uia. mn trouo pchtl darli moglie : perche cofi laffarÀ lemale compagne , elamicitia di quella re€femina , che( come mhauete detto) loféiélda gli fìudi •Ped,JoyCofi mhaiutiilDioHercuUj non cene* fco,nefo che fa queflo fcorto farei fiato io, fé mhaueffe tolti , Scorto dico io, cioè meretrice, concubine jadultera , fornicaria, e mi maramgliefopra modo , chfjjèndo Flauio cofi innamorato efebi rare uclte di cafa, che già fono otto dì, che mai non ha mojjo il^éèfuordelU nojìra tticina, C r ATTO


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