. Adunanze degli Arcadi pubblicate nelle nozze di ... Giacinta Orsini ... con ... Don Antonio Boncompagno Ludovisi. ,Le quai divorano le belle cofe,PolTon con invide lor rime acuteScemare il merito di lor virtute,Oh come in tenera età fi vedeDillullri meriti già fatta Erede ,O feguir piacciale con dolce metroLalme Callalidi Dee di Libetro,O dEloquenzia varcando il fiume,Siegua il Cillenio facondo Nume;Ondè che credefi, fotto uman veloSul biondo Tevere fcefa dal Cielo > 93 Con 94- Con alta immagine, con forme nuove La dotta Pallade Figlia di Giove. Nò: più non vantifì, preffo Euridice La pri


. Adunanze degli Arcadi pubblicate nelle nozze di ... Giacinta Orsini ... con ... Don Antonio Boncompagno Ludovisi. ,Le quai divorano le belle cofe,PolTon con invide lor rime acuteScemare il merito di lor virtute,Oh come in tenera età fi vedeDillullri meriti già fatta Erede ,O feguir piacciale con dolce metroLalme Callalidi Dee di Libetro,O dEloquenzia varcando il fiume,Siegua il Cillenio facondo Nume;Ondè che credefi, fotto uman veloSul biondo Tevere fcefa dal Cielo > 93 Con 94- Con alta immagine, con forme nuove La dotta Pallade Figlia di Giove. Nò: più non vantifì, preffo Euridice La prifca Ortenfia vaga Oratrice, Che con facondia di itile arguto Tolfe alla Patria Tempio tributo, Ne più di Lesbia la Cetra doro, O il dolce Saffico verfo canoro, Poiché né il Lazio, né Grecia mai Vider tra i folgori donefti rai Virtù magnanima, fenno profondo Da far co i fecoli tacere il Mondo, Udifti, o flebile Mufa infelice, Qua! di fé gloria vanta Euridice? Deh taci, o al giubilo di noftre vie Cangia le lugubri tetre Elegìe Oggi che al talamo, qual Dea fen viene Lilluftre Vergine, per man dImene*. Del 91Del signore GIO: BATTISTA CATTIVERÀ Fra gli Arcadi CLEODAMANTE MIRLEATE Q SONETTO. Uella, che con ftupor vedea foventeNelle Archadiche felve il biondo Dio,Più non rimira, e più cantar non fenteLà dove forge il fior, mormora il rio. Non così il Nume fi moftrò dolente,Quando Dafne di fronde fi coprìo,Comora mefto appare, e impazienteNe ricerca novella a Urania» e a Clio, Ma udì, che in cima dellAfcrea pendiceStavan le Mufe a celebrar col cantoJl Nodo eccelfo, e lImeneo felice j Febo allor ferenoffi, e vide intanto, Che, Spofa ancor, V amabile E u r r d r e e %Al poetico Regno accrefee il vanto. Pei )6 Vi TARGASTE DIRRACHIENSE P, A. SONETTO. Q Degnato Amor, che al fuo poter rubella^r Pallade opponga adamantino il core ,Ne giva in traccia, e pieno di furoreSovra Targo adattò le fue guadrella • Ma vifta accanto a Lei Y alma Donzella,Dell Orsina Progenie alto


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