. Dialogo dell'imprese militari et amorose di monsignor Giovio, vescouo di Nocera : con vn ragionamento di messer Lodouico Domenichi nel medesimo soggetto ; con la tavola . a ychtofeci alla elegantifima Signora M^rchefa del Z^aHo T)onnaMdria dAragona ; dicendo effa,che fi come teneua [ingoiarconto dell honor dellaptidicitiay nonfolamente lo voleua confer-ftare co la per fona fua^ma anchora hauer cura^ che lefue donne,donzelle e maritate per iHracuraggine non loperdejfero. E per-ciò teneuayna difciplina nella cafa moltoproportionata a leuareomioccalìoneihuominie didonr^,chepotefferopenfaredi ma


. Dialogo dell'imprese militari et amorose di monsignor Giovio, vescouo di Nocera : con vn ragionamento di messer Lodouico Domenichi nel medesimo soggetto ; con la tavola . a ychtofeci alla elegantifima Signora M^rchefa del Z^aHo T)onnaMdria dAragona ; dicendo effa,che fi come teneua [ingoiarconto dell honor dellaptidicitiay nonfolamente lo voleua confer-ftare co la per fona fua^ma anchora hauer cura^ che lefue donne,donzelle e maritate per iHracuraggine non loperdejfero. E per-ciò teneuayna difciplina nella cafa moltoproportionata a leuareomioccalìoneihuominie didonr^,chepotefferopenfaredi mac-cUarfthonor dellhoneHkE così lefecilimprefajche Voi hauete lor • DI MONS. GIOVIO. V/V7^ e lodata nellatrio delJ^nfeo, lacuale imprefa è due maz^zidimiilio maturo legato lvno all altro., con >« motto, che dice- «^jSERVARI ET SERVARE MEVM EST. perche il midio dmaturafiia, nonfolamente conferuafe (lejjfo da corrut-tione^ma anchora mantiene t altre e ofé,eh e gh fi anno apprejjo,che nonfi corrompano\Jì com e il reuharharo eia Canforaje^ua-li co/é pretioje fi tengono nelle/catole piene di miglio, alle htteghede glifieciali, accio eh elle non fi guadino. ,. D o M. Mi piace che fiate difcefo daCapitani fino alle donne:ilche ccomportahileipoiche quefiedue furon mogli) di due fin-golari Capitani. G i o. 2)a quefio mi \>engo ricordando d^>na bel-li fima gentildonna amata da Odetto di Fois, chiamato Mons,di Lotrehc, laqualegli diceua motteggiddo^chegli era hen notilee )^alete,ma chera troppofiuperho^^com era forfè yero. ^Perche ef i -^ / ^- /^ t02 DIALOGO DELL IMPRESEJenio egli corte^uto orni manina da nohili^imi e ricchifimiSi^nonfeudararij dello fiato,non leuanJo la berretta a pena de-gnana dtguardargli in ^fifoni cioè faceua fcadahzare c^ ammu-tinare tuttala nobiltà di ^danoiaaual cofafù cagione, che pi-gliajpe partito di portare \>n imprefaalpropofito in cambio dellayacca rojja co fonaglij, come antica infegna della cafa di pois. Ilche j^u V» largo camino


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