. Dialogo dell'imprese militari et amorose . Lodouico e ondefi racconfiolarono della perdita deifiatt/lo, di-cendo, che. i nimici nonfifot e nano vantare dJh atterevfiato contro lui tanta crudelta>non cfifendofiolito traFregofi,Adorni >c Fle fichijnfangiiìnarfi le mani del fiangue D I \M. G10VI0. S7 /àngue de contrari/, mafolamente effer lecito di con-tender tu loro ciuilmete del Principato,ouero a guer-ra aperta. Io feci lor dunque vn Elefante ajfaltato davn dragone ; il quale attorcendofi alle gambe del ni-mico,fuol mettere il morfo del veleno al ventre del-,.ly Elefate, per l


. Dialogo dell'imprese militari et amorose . Lodouico e ondefi racconfiolarono della perdita deifiatt/lo, di-cendo, che. i nimici nonfifot e nano vantare dJh atterevfiato contro lui tanta crudelta>non cfifendofiolito traFregofi,Adorni >c Fle fichijnfangiiìnarfi le mani del fiangue D I \M. G10VI0. S7 /àngue de contrari/, mafolamente effer lecito di con-tender tu loro ciuilmete del Principato,ouero a guer-ra aperta. Io feci lor dunque vn Elefante ajfaltato davn dragone ; il quale attorcendofi alle gambe del ni-mico,fuol mettere il morfo del veleno al ventre del-,.ly Elefate, per laqualferita egliper natura conojcendo ilpericolo,gira tanto intorno,che troua qualche faffo o ceppo dalbero, doue appog-giatofi tantofiega/hefchiaccià^r ammazza il dettodragóne. Vimpwfa ha bella viftaperla varietà de*dueanimalh & il motto la fa chiarifima,dicendo inIjpagnuolo> non vos a Fregofì, voi non hauete a vantami tfhauertommejfo tanta impietà nel fangue nojho. F 4 ti LE IMPRESE. Io netrottai vrialtra d me defimi Signori Fiefchifi fra quefio propofitoiche trattado efii dadherirfi al-lepartiCefitree,e cogiiigerficoSignori Adorni\ moltiloro affettionati e partigiani feruidori lor dicevano perauuifo,che non hauefièrofretta di rtfioluerfiiafiarque-fioiperche le forze del Re di Francia eran grandi, Frego fio con le fpalle della parte haueuamolto ben fermato ilpede nel gouerno >& era per di-fenderfigagliardamente ,fie gli moueuano guerra in1 quegli articoli di tempo. i^Alche efii SignoriFiefihirifpondeuano > chefiapeuan molto bene il come cjr ilquando di farfimit co fa. E cosìfiopra quefia materiami dimandarono vnimprefia\cndiofiotto mi ricor-dai di queljhe ficr tue Plinio de gliuccelli chiamati Alcioni S di <jm. Giono. u KAlcioniyiqudi perifiinto naturale affettano ilfol-fiitio delvernoycome opportuno aloroyefanno quadodebbe venire quellatranquillita di mareychefuolve-nireogn annoy e volgarmente e dett


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