Le chroniche di Giovanni Sercambi, Lucchese . esi, però che già Siena s era acoman-data al conte di Virtù e a sua pititione si governa. Vedendo 15questo, messer lohanni Aguto passò da Serravalle, sempre coste-giando, tanto che giunse al poggio di Montecatini, la fantaria fiorentina giù per li poggi et delle castella di Valdi-nievole. Quelli del conte, vedendosi strecti tra il monte e 1 pa-dule che è socto Montecatini, molti pensavano che il camino 20* fusse ampio da potere caminare, si misero al piano, et quelli ri-maneano in nel padule. Et così va chi non à guida, overo chin


Le chroniche di Giovanni Sercambi, Lucchese . esi, però che già Siena s era acoman-data al conte di Virtù e a sua pititione si governa. Vedendo 15questo, messer lohanni Aguto passò da Serravalle, sempre coste-giando, tanto che giunse al poggio di Montecatini, la fantaria fiorentina giù per li poggi et delle castella di Valdi-nievole. Quelli del conte, vedendosi strecti tra il monte e 1 pa-dule che è socto Montecatini, molti pensavano che il camino 20* fusse ampio da potere caminare, si misero al piano, et quelli ri-maneano in nel padule. Et così va chi non à guida, overo chinon sappia i camini. CCCXXIX. Come combacteono le brigate di Firenza CON QUELLE DEL CONTE DI VlRTÙ. Messer lohan-ni Aguto sicaccia loro ados-so vigorosamentecon quella pocabrigata a rispectoa quella del quella del contevalentemente si difendono e combateno. Or chi vedesse quine rompere di lan- ioeie, scavallare homini, ferire, uccidere, brandire et perchuotere dispade r uno verso 1 altro. E non parea né 1 una parte né 1 al-. DI GIOVANNI SERCAMBI 269 tra migha codarda. Ma tanto vi dico che il dicto messer lohan-ni Aguto sempre combactea col vantaggio. E se none avesse 15 facto così, perdi erano piccola brigata, serenno stati morti o pre-si, ma per lo buono suo provedimento in quel punto e in quel-la giornata ebbe Victoria, che molti ne funno presi di quelli delconte, e intra li altri che vi fu preso, si fu Vanni di ser Iacopod Appiano; per la qual presura nacque discordia tra il dicto 20 ser Iacopo d Appiano et messer Piero Gambacorta di Pisa, cho-me si dirà a suo tempo. E perchè ciasciduno de pensare chein bactaglia non si nascie, si dicie che molti morti, feriti, pre-gioni e cavalli dall una parte e dall altra rimasero, e cosi sipartìo la bactaglia. E il capitano del conte tornò colle suoi bri- 25 gate verso Luccha, menando molti pregioni, de quali molti nefunno ricomperati per li Lucchesi. E poi s andòno a camparein Valdiserchio, e le genti di Firenza,


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