. Poesie scelte di vario genere, per la prima volta insieme raccolte e stampate da un socio colombario . vo,che (ìa dote alle Sirene, Ed agli augelli, e rempreran ior pene Se quefta voce ucio, Ne retpiro T Inferno In quella voce Iddio li gran fia produttivo almo, e fecondo. Ne gridò fuirabilfo, e nacque il Mondo» Ei la riprcfe pofcia , e nel più alro La ripofe dvl Ciclo, e poi che fcorfe La pienezza del tempo, e che dallalto Venne cortei, chi fola ne fu degna. Le ne die per infegna DOnnipotenza forle. Ne perchè intanto in mortai bocca fuoni Dei fuo valor perd j , o rimette , Che tante,


. Poesie scelte di vario genere, per la prima volta insieme raccolte e stampate da un socio colombario . vo,che (ìa dote alle Sirene, Ed agli augelli, e rempreran ior pene Se quefta voce ucio, Ne retpiro T Inferno In quella voce Iddio li gran fia produttivo almo, e fecondo. Ne gridò fuirabilfo, e nacque il Mondo» Ei la riprcfe pofcia , e nel più alro La ripofe dvl Ciclo, e poi che fcorfe La pienezza del tempo, e che dallalto Venne cortei, chi fola ne fu degna. Le ne die per infegna DOnnipotenza forle. Ne perchè intanto in mortai bocca fuoni Dei fuo valor perd j , o rimette , Che tante, e tantalììe virtudi elette Ne crea pollènti, e nuove Cofjoi fecondi fuoni, E virtù piove, C he fpeiro io dico inv?n penderò immerfo Quefta e 1 Alna, chi fa? dellUniverfo, Vola Lanzon ;ul.*crta Jnacceilìbil rupe, ove del facroDolce vckn di non fognata Circe Dir- ^n Dirce, poflènte Dirce Forma a uno rpirro eccelfo almo lavacro Pigli, che fé inefperta Eco, flraziai di quella voce il Tuono, Ove pietofa i vanni Spieghi la fua per riftorarne I danni Spero merco crovar^ non che ^NA. 102 ANACREONTICAPI AUTORE INCERTO. o Cchi, che ben fapcteLa vìa di quedo cor ;Occhi deh nafcondeteIl divino fplendor. Gli obliqui voflri moti Fermate per pietà ;(Jn fol momento immoti Un fol fenza beltà, Troppo ardenti fcintille Vibrate in quello fen;Celatevi o pupille Solo una volta almen. Chi aveflc cinto il core Di triplicato acciariMal potrebbe V ardore Immenfo fopportar, Che co* pietofi, e lenti Sguardi deftate coi pronti, e lucenti Giri accendete in cor» Tanto non è poflente, Quando con ftragj, e duol Sccn< lOJ Scende lEtnea correnteSovra del bafTo Tuoi. Di Giove altitonanteIl folgore non è, Non è così bruciante,Terribile non è. Getta tu dunque amoreGetta r accefo flral, E larco domatore, £ il ferro micidiah Quefte, feroce, impugnaArmi dalto valor, Vanne , combatti, e pugnaOgni più freddo cor * Se in lor confidi, hai vi è più libertà


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