Vite de' pittori e scultori ferraresi . o nelle lettere hannodimostrato eccellenza, quanto neir armi, per la na-tiva audacia loro, hanno palesato valore con gliuomini resi famosi nell uno e nelF altro esercizio. Fra di questi segnalossi nel nobile studio dellapittura Bartolomeo Ramenghi, pittore di gran rino-manza, di cui siamo ora per diffusamente trattare,restituendolo alla sua vera matrice Ferrara. Per iscrivere però la di lui vita devo di necessi-tà entrare in mezzo ad una robusta questione, in- () Questa vita fu pubblicata per la prima volta in Lugo nel 1835 cotipiMelandri per cura del eh


Vite de' pittori e scultori ferraresi . o nelle lettere hannodimostrato eccellenza, quanto neir armi, per la na-tiva audacia loro, hanno palesato valore con gliuomini resi famosi nell uno e nelF altro esercizio. Fra di questi segnalossi nel nobile studio dellapittura Bartolomeo Ramenghi, pittore di gran rino-manza, di cui siamo ora per diffusamente trattare,restituendolo alla sua vera matrice Ferrara. Per iscrivere però la di lui vita devo di necessi-tà entrare in mezzo ad una robusta questione, in- () Questa vita fu pubblicata per la prima volta in Lugo nel 1835 cotipiMelandri per cura del eh. sig. prof. Domenico Vaccolini, il quale vi aggiunsetutto ciò che di più interessante scrissero sul Ramenghi altri autori di lumi ci dà questo suo patrio benemerito lavoro, che fu seguito dalla di luibiografia del Ramenghi, più volte stampata. Le note del eh. sig. Professoresaranno contrassegnate giustamente col di lui nome. (i) » Ora Bagnacavallo è città per Brere di Leone XII. dai 28 settem-i bre i8a8 ». .BARTOLOMEO MAMEMdJHI / — 4-87 —sorta su questo artefice fra due scrittori di grido,Giorgio Vasari, ed il conte Carlo Malvasia. 11 pri-mo (1) ( che per vero dire, riguardandosi al nobileistituto che prese, merita molta lode ) non con-tento di rapportare ciò che di Bartolomeo trovòscritto, più oltre s avanza esponendo alla luce nuo-ve opere, ma non esce in tanta espressione di lodequanto sia bastevole a coprire il basso concetto chetiene di esso lui in varii tratti della sua penna, emostra che il farne particolare memoria sia statapura necessità della sua impresa, non volontà di e-saltarlo, che per altro per quanto può lo tiene co-me oppresso, e giunge sino a diformarlo nelle sem-bianze quando ci pone sotto degli occhi il suoritratto caricato a dismisura sul modello della fi-sonomia dissatiro o di capro, del che tanto dole-vasi Scipione suo nipote (2). Per lo contrario il co. Malvasia, scrittore moltoavvertito non meno che diligente, mo


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