. Poesie pel solenne ingresso di Sua Eccellenza il signor Alvise Contarini 2do Kr. alla dignità di proccuratore di S. Marco . Al primo grido, che salzò foriero Del tuo partir, viaio, Signor, dolenteLà lui Danubio andar lAuftriaca gente,A cui belle virtù caro ti fero. Qui d Adria in riva di fua fcelta altero Veggo Onor, che festeggia, e a Te fplendenteVefle recando il Merto, impazienteTinvita a parte di tranquillo Impero. In fronte ogn Arco porta, ed ogni foglia Tuo Nome, e allo ftraniero il Patrio AmoreParla di Te, non della nuova fpoglia. E in mezzo ai pegni del comun favoreSorge la fama dell


. Poesie pel solenne ingresso di Sua Eccellenza il signor Alvise Contarini 2do Kr. alla dignità di proccuratore di S. Marco . Al primo grido, che salzò foriero Del tuo partir, viaio, Signor, dolenteLà lui Danubio andar lAuftriaca gente,A cui belle virtù caro ti fero. Qui d Adria in riva di fua fcelta altero Veggo Onor, che festeggia, e a Te fplendenteVefle recando il Merto, impazienteTinvita a parte di tranquillo Impero. In fronte ogn Arco porta, ed ogni foglia Tuo Nome, e allo ftraniero il Patrio AmoreParla di Te, non della nuova fpoglia. E in mezzo ai pegni del comun favoreSorge la fama dell Auftriaca dogliaA crefcere i trofèi del tuo valore. L A ( XLIX ). LA NOBILTÀPOEMETTO del RaccoglitoreCANTO PRIMO. n quella età felice allor che luomoAl ilio fimile egual giorni beatiLieto traeva in paftorale albergo;Di Nobil, di Signor ì nomi alteri,Di fuddito, di fervo, di vaflalloGli umili flati, e da catene opprefliNon s udirò giammai. Lantica madreLibero Tuoni creò Nobile, illuftre,Di fé fòlo Padron : dritto comuneAllor che fola aveva il grande imperoDell univerfo, e le pafìion brutaliGiacean colà fepolte entro lAverno,Né il lezzo impuro era giammai falitoAd ammorbar la faccia della troppo avventurata età delloro!Avean quellalme femplici innocenti D La La lor felicità tutta riportaNe puri beni, e nei più ricchi doni,Che dall intatto feno a larga manoLa feconda terra fui mortaliVerfava. I verdi prati de bei fioriLufìureggianti, e delle molli erbetteIl vago armento, ed il belante greggePafceano a un tempo faporiti, e vaghi :Pendean le belle frutta dai fronzutiArbofcelli del nettare olezzanti,Che nel feno chiudea laltera fcor


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