. Ricciardetto di Niccolò Carteromaco [pseud.]. uifa di turbato n^arc,E corrono alla valle fraditora,Gridando ; Ganp dj Maganza muora. 9l Già s! erano ristretti in un drappello Gli avanzi dellefercito fprti reiìfleapo a Pinabello \È qual de* Maganzefi al fuol trafittoGiaceva, e quale timorofo e fnelloDalla pugna fuggiva zitto zitto:Quando ecco a venir Gano a dargli tanta gente che parea infinita. 9% 1 foldati di Carlo a quella vifla Dimofln^Q allegrezza, che volienoUfcir di vita sì dolente e trilla,Già chera il ftgnor lor venuto menojE tal fignpj: ch$ mai non fi racquifta


. Ricciardetto di Niccolò Carteromaco [pseud.]. uifa di turbato n^arc,E corrono alla valle fraditora,Gridando ; Ganp dj Maganza muora. 9l Già s! erano ristretti in un drappello Gli avanzi dellefercito fprti reiìfleapo a Pinabello \È qual de* Maganzefi al fuol trafittoGiaceva, e quale timorofo e fnelloDalla pugna fuggiva zitto zitto:Quando ecco a venir Gano a dargli tanta gente che parea infinita. 9% 1 foldati di Carlo a quella vifla Dimofln^Q allegrezza, che volienoUfcir di vita sì dolente e trilla,Già chera il ftgnor lor venuto menojE tal fignpj: ch$ mai non fi racquiftaIn quefto baffo miferp disperati incontro a lor fi feroCon volto rabbutf^tp, orrido, e nero. 91 £ comincieflì un fa] combattimento, Che al foi penfarvi mi fento quelli grrivavapp a cento,E qqelli quanti foffer chi può dire?Ma lafpiajnli pugnare a lor talento,E sfogaj-e gli fdegni e sfogar T ire ;Che ypglio andare a letto a )omani poi ritorneremo allarmi. • Fine del Canto Venticinquejìme 0 CAN- *$9. CANTO XXVL ARGOMENTO. Dai due minor cugini in W gabbiottoDi ferro e tratto GayiQ Parigi jua cafa arfa è di è creatg Imperatore .Il Re de9 Cafri a bcittezzarfì indottoDetefla il fuo gi% conosciuto la gabbia vq Gano in Ricciardi per cpttadi e ville # CHi femina del male, e poi fi cjrcdeRaccor del bene, è temerario e itolto;Che di mal opra il gailigo è mercede,E fc talor nel fatto non è colto,Né fubito alla pena il mal fuccede jNon ha di ciò da rallegrarli reterna giuftizia allorché tarda,Piomba fu9 rei più cruda, e più Oh %6q CANTO xOh fé piacelTe alla bontà divinaSquarciar il velo, che gli occhi ricopreDi tal, che per fender largo camminaCarco cTiniquitade e di trifte opre,E Tempre gode da fera a mattina;E vedeilè il flagel che or gli fi copre !lo credo che morrebbe in quel momentiDi triflezza, daffanno, e di tormento. Così fé quando Pempii


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