. Dialogo dell'imprese militari et amorose di Monsignor Giouio, vescouo di Nocera : et del S. Gabriel Symeoni fiorentino : con vn ragionamento di M. Lodouico Domenichi, nel medesimo soggetto : con la tauola . ^fu rimejfo m Fiorenza, ejfendo fiato diciottan-ni in efilm limprefiifiu vn Giogo come portano ibuoi:, & il motto diceua, s v a v ^yperfignificare dinon ejferritornato avoler efierTirannodella Patriacolvendicarfi deW ingiurie fattegli dafuoi contrari efattioficittadini,pronuntiando loro eh*el fuo prenci-patofarebbe fiato clemete e foaueicolmotto della SacraScritturayconforme allhabito fac


. Dialogo dell'imprese militari et amorose di Monsignor Giouio, vescouo di Nocera : et del S. Gabriel Symeoni fiorentino : con vn ragionamento di M. Lodouico Domenichi, nel medesimo soggetto : con la tauola . ^fu rimejfo m Fiorenza, ejfendo fiato diciottan-ni in efilm limprefiifiu vn Giogo come portano ibuoi:, & il motto diceua, s v a v ^yperfignificare dinon ejferritornato avoler efierTirannodella Patriacolvendicarfi deW ingiurie fattegli dafuoi contrari efattioficittadini,pronuntiando loro eh*el fuo prenci-patofarebbe fiato clemete e foaueicolmotto della SacraScritturayconforme allhabito facerdotakycheportauacanato da quel^che dicejugum meufuaue meum ^ L B IM P RB S E meumleiie^ certamente quadram molto alla naturafilale futaleinuentione delfm prof rio fittile & erti-dito ingegno,anchor che paia chel detto giogo ftiféprima del rran Cofmoul quale quando fk richiamatodaWefilio allafatruujìgurom vna medaglia Fiorez>aafettatafiprvnafidia col giogo fitto di-notare quafi quel detto di Cicerone y Roma PatremPatruCiceronem libera dixlt, E per la bellezza fìicotinuato il portarlo nelpotefcato di Leone, e meritòd^ e (fere ijlarnpato nelle monete di Fiorenza,. D o M. Pìacemi molto quejla imprefi, e la giudicomolto bella ; ma di grafia Monfignore, non vincrefiaraccontarmi anchor laltre delllllujlrif Cafa de Me-dici , e con effe toccar diffufimente il perche dellm- prefè DI lM. G io V io, 47 prefe , perocché lhijloria porta gran luce, e diletteminotiti a, il quefto difcorfo. g i o. lononpojfo andar pmalto de tre diamanti,che porto il gran Cofmo, t qualiVOI vedete [colf iti nella camera,ouio dormo ejludmma a dirai il vero, con ogni diligenza cercandolo,nopotei mai trottarprecifamete quel,che volejferofignijìcare\e nejiettefemprem dubbio Papa Clemente , chedormiua anchor egli in minor fortuna in quella ca-mera me de firn a, ^


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