Storia dell'Italia antica . a modello per comporne la sovrana bel-lezza di Elena *. Per tanta abbondanza di beni la bella e beata Crotonefu posta sopra tutte le città meglio adatte a menarvipiù agiata e più gioconda la vita ^. Ma nelle tristi vi- 1 Livio, XXIII, 33; XXIV, 3; Cicerone, De Divinat., 1, 24 e De Invent., II , 1 ;Servio, Ad , 553; Strab., VI, 2; Plinio, XXXV, 36; Pausania, VI, 13; Vitrio-lo. De limone Lacinia j dissértntio qua templum in Crotoniati agro ohm positum illu-stratur j Neapoli 1S12; Vito Capialbi, Di unara dedicata alla Giunone Lacinia jNapoli 1816; Saint-Non, Vo


Storia dell'Italia antica . a modello per comporne la sovrana bel-lezza di Elena *. Per tanta abbondanza di beni la bella e beata Crotonefu posta sopra tutte le città meglio adatte a menarvipiù agiata e più gioconda la vita ^. Ma nelle tristi vi- 1 Livio, XXIII, 33; XXIV, 3; Cicerone, De Divinat., 1, 24 e De Invent., II , 1 ;Servio, Ad , 553; Strab., VI, 2; Plinio, XXXV, 36; Pausania, VI, 13; Vitrio-lo. De limone Lacinia j dissértntio qua templum in Crotoniati agro ohm positum illu-stratur j Neapoli 1S12; Vito Capialbi, Di unara dedicata alla Giunone Lacinia jNapoli 1816; Saint-Non, Voyage pittoresque de Naples et de Sicile^ tom. 3, p- 105,Paris 1783. 2 Antioco in Strahone, VI, 2; Erodoto, VII, 47. 3 Livio, XXIIl, 30; XXIV, 2 e 3; Erodoto, III, 137; V, 47; Polibio, X, 1; Strabone,VI,2; Diodoro, Vili, 17;X,3; XII, 9;XIV,103; Ovidio, XV, 15 ; Plinio, III, 15;iorflrio. Vita Pythag. ^ 18; Silio Italico, XI, 18. 4 Ciperone, De Liventione ^ li, 1. 5 , Idiìl., IV, 31 e Scliol., ivi. llR idiliillliiliuiiiiiiiuiiiu™iiai5|,;lililllllli;ii!ii:;liUij;l!lllli;;hjiillliii Cai>. IV.] CUNE, PETELIA, CRIMISA. — SIBARITIDE. 319 oende delle discordie civili se ne andò la forza antica,la prosperità, e ogni bene: e più tardi altri la vide pienadi male arti, di frodi, e di brutti costumi *. Tutti giiantichi splendori scomparvero. Laria stessa celebrata])er salubrità proverbiale, divenne malsana, come è ancheon-gi r estate nella moderna Cotrone. Lameno Esaro è. un povero e melmoso ruscello che di antico non serbache il nome. La fortuna del luogo e del popolo è ricor-data solo dalle belle e ricche monete su cui laquila stasimbolo dellantica potenza ^. E quasi senza lasciare vestigi perirono anche le vec-chie città soggette a Crotone; lantichissima Cone edi-iicata già dai Pelasgi ^; Petelia o Macalla, forte pernatura e per arte, ricordata a Stronf/oli da ruderi, damonete, e da epigrafi^: Siberena (Santa Severina) at-tribuita da Stefano Bizant


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